PARIGI – Era il 2004 quando il ricercatore francese Pascal Cotte venne invitato dal Louvre a digitalizzare l’immagine della Monna Lisa con la sua pionieristica Lumiere Technology, una fotocamera multispettrale ad alta risoluzione, in grado di rilevare la luce riflessa su 13 lunghezze d’onda. In tutti questi anni Cotte ha condotto questo studio non invasivo sulla Gioconda e ora arrivano i risultati pubblicati sul “Journal of Cultural Heritage”, che rivelano una serie di interessanti curiosità.
Lo studio ha infatti evidenziato le prove di un disegno a carboncino sotto il dipinto, suggerendo quindi che Leonardo abbia usato uno schizzo preparatorio per creare il celebre ritratto.
Il disegno fu probabilmente realizzato con la tecnica dello spolvero, un metodo per trasferire uno schizzo su una tavola in cui vengono praticati dei fori lungo il contorno di un’immagine e spolverati con il carbone. Sotto lo strato pittorico di superficie, in particolare, Cotte ha rilevato i segni di spolvero nella mano e nell’attaccatura dei capelli della Monna Lisa – ovvero le aree più chiare del dipinto – che hanno rivelato anche che Leonardo ha spostato la posa della Gioconda, ruotando la testa per fissare più direttamente lo spettatore.
Lo studio ha fatto emergere che il disegno a spolvero potrebbe essere stato utilizzato per creare più repliche del dipinto, come quello esposto al Prado di Madrid, che possiede la prima versione in studio conosciuta della Gioconda. Da qui anche l’ipotesi che possa esistere un disegno su carta della Gioconda di mano di Leonardo, da ritenersi per il momento perduto.
“Queste scoperte – ha affermato Cotte – accrescono il mistero della creazione della Gioconda e ci fanno comprendere che si tratta di un ‘atto creativo’ molto lungo, che avvenne in più fasi”.