Roma – Falsi, falsissimi, che più falsi non si può. Ma d’autore. Realizzati addirittura dal Dipartimento Repliche del Ministero delle Antichità Egiziano, e quindi, in qualche modo, autentici.
Sono i falsi di maschere funerarie, di cocchi di Faraone, di vasi canopi, di troni piccoli e grandi. E poi gioielli, tanti gioielli. Tutto ciò, insomma, che Lord Carnarvon e Mr Carter ritrovarono nel 1922 nella Valle del Nilo, in Egitto. La più grande scoperta archeologica della storia dell’umanità: una tomba faraonica compleamente intatta e piena all’inverosimile di tutto ciò che accompagnava un faraone nell’oltretomba, tanto che per svuotarla ci vollero otto anni. Una tomba ricca, ricchissima, dedicata ad un Faraone giovanetto, Tutamkhamon appunto, che da allora divenne famoso in tutto il mondo come una superstar.
La ricostruzione fedele della sua tomba in questi giorni è invece protagonista della mostra allestita a Viterbo nei sotterranei di Palazzo dei Papi: centinaia di pezzi ricostruiti fedelmente, in maniera mirabile perché in Egitto alle copie ci tengono così tanto da aver istituito un apposito Dipartimento ministeriale. La Curia episcopale di Viterbo ha concesso per l’occasione le sale che tanto tempo fa occuparono il primo conclave della storia dei Papi, che quindi sono eccezionalmente aperte e visitabili. Storia nella storia, quindi.
Le copie sono realizzate in maniera perfetta: tra queste il pezzo forte è ovviamente la celeberrima maschera funeraria del Faraone Tutakhamon. La stessa alla quale il Museo Archeologico del Cairo ha dedicato un’intera sala, cuore della sezione dedicata proprio a questo re dei re. La più visitata, da sempre, nel percorso del museo. Oltre alla maschera mortuaria d’oro, ridondante di lapislazzuli e paste vitree, esposti anche il sarcofago e il cocchio del faraone morto giovanissimo. A tutto ciò si aggiungono otto Sfingi che sono la perfetta replica marmorea di quelle del Viale Trionfale d’ingresso al gran Tempio di Karnak a Luxor. Del tesoro di Tutankhamon sono esposti inoltre il cofano con i vasi canopi, il celebre “tronetto” faraonico, il grande “naos” e la collezione di gioielli regali.
La mostra, realizzata con la collaborazione tra il Ministero delle Antichità d’Egitto e la Società Italiana di Beneficenza S.I.B. Fondazione Benedetti, del filantropo Eugenio Benedetti, insieme alla Fondazione Caffeina, rimarrà aperta fino 28 ottobre 2018, con orario continuato: 10:00 – 19:00. E in occasione della festa di Santa Rosa, sono previste aperture notturne per visitare la mostra.
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