FIRENZE – Cinquecento anni fa Giovan Battista di Jacopo di Gasparre, detto il Rosso Fiorentino – che si firmava Rubeus – realizzava la Deposizione dalla croce, conservata oggi nella Pinacoteca Comunale di Volterra (PI), vero picco d’eccellenza della pittura manierista fiorentina del XVI secolo.
A cinque secoli di distanza la gallerista Francesca Sacchi Tommasi ha ideato e organizzato Rubeus et alii, una mostra di opere di Ugo Riva e Elena Mutinelli, curata da Antonio Natali e da Elisa Gradi, ispirata al rapporto affettivo e di rispetto che lega gli artisti di oggi a Rosso Fiorentino, capace di concepire un’opera tanto “contemporanea” come la “sua” Deposizione.
La mostra verrà inaugurata lunedì 21 giugno 2021 nel Chiostro di Palazzo Minucci Solaini di Volterra (PI), sede della Pinacoteca Comunale, dove è custodita la Deposizione di Rosso, per poi proseguire fino alla fine di agosto 2021.
«Quando un’opera d’arte è un capolavoro può ispirare gli artisti per secoli – spiega Alessandro Furiesi, Direttore della Pinacoteca civica di Volterra -. È per questo motivo che la Deposizione del Rosso Fiorentino, dipinta nel 1521, continua ancora oggi, dopo cinque secoli, ad influenzare pittori e scultori. Questa è la genesi della mostra che si svolgerà in Pinacoteca per omaggiare il quadro che vi è conservato, grazie alle opere di Ugo Riva e Elena Mutinelli. Una mostra nata dalla collaborazione fra privato e pubblico, infatti è grazie al lavoro della galleria Etra Studio Tommasi, presentato alla Pinacoteca ormai più di un anno fa, che si è potuto lavorare su questo progetto. Si tratta di una operazione significativa, nel 500° anno dalla realizzazione del dipinto di Rosso Fiorentino. Una esposizione che accompagnerà i visitatori del museo per l’estate 2021 e che caratterizzerà la ripartenza della Pinacoteca di Volterra con un intervento di ampio respiro culturale».
I due artisti, nonostante siano lombardi – Ugo Riva è bergamasco e Elena Mutinelli è nata a Milano- sedotti dal fascino del capolavoro manierista di Rosso Fiorentino, hanno realizzato per questa occasione cinque opere utilizzando materiali tipici della Toscana: la terracotta policroma e il marmo di Carrara.
Con la curatela di Antonio Natali (già Direttore della Galleria degli Uffizi), Ugo Riva propone quattro opere in terracotta. La prima – dal titolo Solitudine – è stata realizzata durante i mesi terribili del primo lockdown. «Sono innamorato da sempre di Rosso Fiorentino – racconta l’artista – a tal punto che già nel 1994 gli avevo dedicato una piccola scultura intitolata Le inquetudini del Rosso, dove risaltavo i cambiamenti rivoluzionari nell’arte di cui lui era stato protagonista. Poi rifeci quella scultura, un po’ più grande, nel 2010 per il “Four Seasons” di Firenze, dove tuttora si trova. Arriviamo così a questo progetto, pensato per essere mostrato sul pozzo del Chiostro di Palazzo Minucci Solaini e realizzato in terracotta, di cui in Toscana c’è una grande scuola, un materiale che mi dà un immenso piacere. Rispetto al progetto iniziale, alla fine si è rivelato un lavoro di ‘sottrazione’: ho eliminato la croce, che mi pareva anche banale, e le figure appaiono tutte come se fuggissero da un qualcosa di terribile. Ma perché? Perché in mezzo c’è stato il Covid. Io ho passato un anno da solo in studio, con i miei amici più cari che piano piano perdevo un ad uno a causa della malattia, vivendo una solitudine tremenda, perché nel momento del dolore ognuno è solo con se stesso. Da cui il titolo dell’opera. Infatti nell’opera le figure non si toccano, in pianodi appoggio è pieno di squarci e ferite e perfino la Madonna ha le braccia alzate. Non c’è alcun gesto di condivisione».
L’artista bergamasco espone a Volterra altre tre opere: Sine pietas et amor Dei, Stabat Mater ed Eros e Thanatos. «Del Rosso, Riva – spiega Natali nel testo in catalogo – celebra l’eccellenza linguistica e ravviva la memoria di pittore anticonformista. Anticonformista e spregiudicato, eppure fedele – come s’è già più volte detto – ai percorsi della tradizione, specie fiorentina, dall’antichità al passato più recente. Nel suo omaggio alla Deposizione del Rosso, Riva dà un séguito alla vicenda della tavola volterrana, raccontando ora quel che accadde dopo che il corpo di Gesù fu sconficcato dal legno su cui s’era compiuta quella morte scandalosa. E lo fa come se guardasse la cima del Golgota con gli occhi del Rosso, immaginandosi l’evolversi della gestualità dei pochi ch’erano rimasti ai piedi della croce. A osservare la concezione della rilettura della pala proposta da Riva, ci s’accorge che lo sgomento delle donne e il pianto ripiegato di Giovanni, prima raccolti all’ombra del martirio, sono stati scossi da un impulso centrifugo».
Elena Mutinelli, con la cura di Elisa Gradi, porta a Volterra Manifesto Principio, scultura in marmo di Carrara alta quasi 170 centimetri, che ha richiesto un lungo lavoro di progettazione e di realizzazione. «In questa mia opera in marmo – afferma la scultrice milanese – ho voluto raffigurare la ciclicità teatrale tra la vita e la morte. Quando ho pensato alla Deposizione di Rosso Fiorentino mi è apparsa in mente un’immagine ferma, quasi allucinatoria, che mi ha portata a lavorare in maniera veloce. Ho sperimentato quindi, ben dopo i 50 anni, un modo nuovo di lavoro. Non pensavo potesse accadermi… E ciò ha creato in me una suggestione fortissima. Mi ha sedotto l’idea, ma soprattutto l’immediatezza di visione dell’opera nel blocco di marmo. Ho scelto questo materiale perché, essendo una concezione estremamente teatrale, volevo si rivelasse anche viva, palpitante e allo stesso tempo monumentale. Come solo una scultura in marmo può essere, che pare si muova, che permette sbalzi fortissimi di materia nel blocco, simboli di vita».
Scrive la curatrice Gradi sul catalogo «Un teatro, quello della Deposizione, che nelle sue più astratte sintesi plastiche dà forma, per Elena Mutinelli, a un labirinto magmatico, genesi di Manifesto Principio, gruppo scultoreo basato su un articolato sistema simbolico. Opera legata alla geometria degli spazi, alle aperture e alla valenza del gesto dei personaggi messi in scena dal Rosso nella pala volterrana, penetrata dallo sguardo dell’artista attraverso un passaggio che sottende un processo di iniziazione, di initium. È il momento aurorale al quale Elena Mutinelli affida una forma in perenne movimento, e dalla quale si genera la struttura centrale del Cristo, sorretto da due figure che assecondano la caduta del corpo riverso all’indietro; gli arti che si perdono nella pietra fluida e poi su, verso il volto che pare, ancora una volta, animarsi di un anelito di vita, prima di abbandonarsi nuovamente e rientrare nel ventre eterno del blocco di marmo».
Foto opera Elena Mutinelli
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Vademecum
RUBEUS ET ALII
Mostra di Ugo Riva e Elena Mutinelli
A cura di Antonio Natali e Elisa Gradi
Chiostro di Palazzo Minucci Solaini
Via dei Sarti 1, Volterra (PI)
21.06.2021 | 31.08.2021
Inaugurazione 21.06.2021 h. 17
Ingresso a pagamento
Dal lunedì alla domenica ore 9-19
Organizzazione: Etra Studio Tommasi