Mercoledì 8 novembre, alle 21.15, ad “Art Night” con Neri Marcorè, va in onda il documentario “Banksy e la ragazza del Bataclan”, per la regia di Edoardo Anselmi.
Uno dei suoi lavori più emblematici del misterioso artista di Bristol è appunto La Ragazza Triste, che è stata al centro di un furto, un ritrovamento inaspettato e un processo che ha svelato nuovi dettagli sull’opera. Il documentario di Anselmi porta alla luce i retroscena di questa vicenda, suggerendo prospettive diverse e approfondimenti.
Il Bataclan e l’attentato terroristico del 2015
La tragica notte del 13 novembre 2015, il teatro Bataclan a Parigi è stato al centro di uno degli attacchi terroristici più efferati rivendicati dall’Isis in Europa. Tre uomini incappucciati hanno tagliato i cardini dell’uscita di emergenza della sala concerti, segnando una delle pagine più buie nella storia recente della Francia. In seguito a questa tragedia, Banksy ha realizzato La Ragazza Triste in omaggio alle vittime, un’opera che sarebbe poi divenuta parte di una controversia.
Il furto e il ritrovamento
Dopo l’installazione dell’opera su quella stessa porta del Bataclan, La Ragazza Triste sembra improvvisamente svanire nel nulla, suscitando rabbia e indignazione in milioni di europei. Tuttavia, nel giugno del 2020, in un anonimo casolare nella provincia di Teramo, abitato da ignari inquilini cinesi, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale TPC, insieme alla polizia francese, ritrovano la porta avvolta in un lenzuolo e nascosta nella soffitta.
Il processo e le sentenze
Con il ritrovamento dell’opera, inizia una nuova fase della vicenda. Otto individui, ritenuti responsabili del furto e complici, vengono processati e condannati fino a due anni di carcere.
Le voci coinvolte nel docufilm
Il documentario di Anselmi ripercorre l’intera vicenda, dando voce a diverse parti in causa. Tra gli intervistati italiani, Carmelo Grasso, Comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Ancona fino al 2021, Emiliano Ferrante, il Brigadiere dei Carabinieri che ha ritrovato l’opera, ma anche un esperto di street art e di Banksy, una sociologa della street art e storica dell’architettura urbana, un avvocato esperto di copyright e il battitore d’asta di opere di street art dell’Artcurial di Parigi.
Misteri e contraddizioni intorno a Banksy
Infine, non si può ignorare il mistero che circonda l’identità di Banksy. Considerato uno dei più grandi esponenti della street art, l’artista britannico ha sempre mantenuto l’anonimato, alimentando speculazioni e teorie sulla sua vera identità. Banksy non si è mai esposto, né quando la porta è stata rubata, né quando è stata ritrovata, nel 2020.