AMALFI (SALERNO) – Il MAG – MetaMorfosi Art Gallery di Amalfi ospita, dal 9 giugno al 12 luglio 2017, nei prestigiosi spazi dell’Antico Arsenale, la personale dell’artista Fukushi Ito dal titolo “Persona. In the space e in the time”, promossa dall’Associazione MetaMorfosi e curata dal critico e filosofo Roberto Mastroianni.
Spiega Pietro Folena, presidente dell’Associazione MetaMorfosi: “Con questa mostra MetaMorfosi vuole inaugurare al MAG MetaMorfosi Art Gallery di Amalfi un percorso dedicato all’arte contemporanea che, in questa occasione, è il frutto dell’incontro con un’artista potente e comunicativa come Fukushi Ito. Ci è sembrato che quest’artista giapponese, che ha scelto l’Italia come sua seconda patria, potesse incarnare al meglio il nostro ambizioso progetto di creare un ponte culturale fra diverse civiltà, e che Amalfi, dall’antica vocazione alla navigazione verso l’ignoto, fosse il luogo perfetto per accoglierla”.
La mostra di Fukushi Ito inaugura a pochi giorni da “Dalla Bussola alla girobussola. Il fascino della navigazione attraverso gli strumenti che hanno guidato l’uomo nei secoli sul mare”, l’esposizione in corso all’Arsenale fino al 26 novembre 2016). Come sottolinea l’assessora alla Cultura del Comune di Amalfi, Enza Cobalto: “Ad Amalfi stiamo lavorando per far diventare l’Antico Arsenale della Repubblica un polo culturale di riferimento, dando spazio alla cultura locale e a quella internazionale. In questo senso è molto indicativo che al momento siano in esso presenti, allo stesso tempo, la mostra di Fukushi Ito, l’esposizione storica dei pezzi della Marina Militare Italiana e la mostra permanente del museo civico. Mostre che faranno da cornice ad un articolato programma di eventi che, nel corso dell’estate, renderà culturalmente vivo e vivace l’Arsenale. – L’assessora Cobalto prosegue sottolineando – Accogliamo con entusiasmo l’esposizione di un’artista giapponese. Come Città di Amalfi abbiamo intessuto rapporti istituzionali e gemellaggi con diverse città del Giappone, dal quale proviene inoltre una larga fetta del nostro flusso turistico. Siamo felici di accoglierli mostrando loro le opere di un’artista che nel suo lavoro fonde oriente ed occidente.”
Fukushi Ito vive e lavora, infatti, tra Occidente ed Oriente, tra l’Italia e il Giappone da oltre trent’anni. Le abbiamo quindi chiesto quale sia secondo il suo punto di vista il privilegio di avere “due patrie”, e se nel suo lavoro sia riuscita a trarre una sintesi tra due mondi così differenti: tra la tradizione millenaria giapponese e la cultura italiana.
Avere due patrie – racconta l’artista – è un grande vantaggio perché mi spinge a riflettere su me stessa, sulla mia identità, sul mio essere. Di solito quando torno in Giappone ripenso all’Italia e quando sono in Italia penso spesso a quando sono in Giappone. In realtà per me in generale è un qualcosa di positivo poter vivere in paesi differenti contemporaneamente.
Per quanto riguarda la tradizione giapponese, devo dire che l’ho studiata davvero a lungo, a partire dalla carta fatta mano (washi) fino ad altri materiali realizzati con pietre macinate. Quanto sono arrivata in Italia, per la prima volta 38 anni fa, ho visto tuttavia alcuni materiali simili o almeno tecniche di lavorazione non poi così differenti. In Giappone ho studiato molto la storia dell’arte europea, in particolare quella rinascimentale ed anche quella bizantina. Ma oltre allo studio io avevo bisogno di vedere dal vivo queste opere. Così ho cominciato a viaggiare, sono stata in Grecia, in Turchia e in tutta Europa. Ho viaggiato tanto e ho visto più cose possibile. Poi ho deciso di andare a Firenze e li ho potuto ammirare tutto ciò che avevo studiato, alleggerendomi del peso del solo studio … noi diciamo ‘ho alleggerito le spalle’. Insomma ho potuto finalmente ammirare con i miei occhi quanto avevo appreso dai libri. Ho notato ovviamente delle differenze reali tra le culture e questo mi ha permesso ancora una volta di riflettere su me stessa, cercando di capire anche cosa volessi fare realmente.
Il suo lavoro artistico nasce quindi dalla sperimentazione, sia in termini di materiali che di linguaggi. Materiali antichi che si accostano a quelli più contemporanei, un continuo muoversi tra due polarità opposte. Carta/neon, luce/ombra, tradizione/innovazione…
Si, opposti apparentemente lontani tra loro ma che, di fatto invece, si amalgamano trovando un perfetto equilibrio. Rientra nel mio modo di vedere e di esplorare il mondo e la realtà. Questo vale anche per quanto riguarda la religione, ho realizzato un quadro il cui tema affrontava sia la religione islamica che quella cristiana. L’unità degli opposti realizza la pace. E’ tutta una questione di equilibrio e di visione positiva. L’arte per me è un qualcosa di molto differente ad esempio dal giornalismo. Questo si confronta direttamente con la realtà (spesso brutta) riportando in maniera oggettiva i fatti, l’arte al contrario, supera questa visione. Per cui, tramite il mio lavoro di artista intendo trasmettere positività ed energia (sempre positiva ovviamente). La mia è solo una goccia, ma tante gocce diventano oceano. Questo è quindi il punto centrale della mia poetica, del mio fare arte.
Che sensazione ha provato ad interagire con lo spazio del Mag, così particolare, maestoso, carico di storia?
Bellissima. Uno spazio che ha mi trasmesso sensazioni estremamente positive. Con le sue pietre, le sue volte mi ha restituito ancora una volta il senso della bellezza di essere in Italia. Un’occasione che mi ha stimolato tantissimo, uno spazio che si adatta perfettamente al tema della mostra. Ho voluto dedicare l’esposizione alla storia, alla grande storia di Amalfi e alla mia piccolissima storia, e quindi alla “persona”, da qui il titolo “Persona. In the space e in the time”. Ho scelto 25 diversi personaggi “esemplari” che hanno contribuito alla mia formazione. Dal pittore di Ukiyoe, Katsushika Hokusai al romanziere Jun’ichirō Tanizaki a Yukio Mishima; da Paolo Uccello passando per Piero della Francesca, proseguendo con Leonardo da Vinci, Niccolò Macchiavelli, Lucio Fontana; Bruno Munari; Oriana Fallaci e Gillo Dorfles.
Ho poi scelto tipi diversi di linguaggi espressivi, dalla pittura alla scultura, fino al computer drawing, che dividono il percorso espositivo della mostra in diverse sezioni.
Nel titolo dell’esposizione torna ancora una volta il tema degli opposti: spazio/tempo…
Per quanto concerne lo spazio e il tempo si tratta di un tema che porto avanti da sempre. Spazio e tempo hanno segnato il mio percorso lavorativo, sono il filo conduttore della mia poetica, insieme al desiderio appunto di sintonizzarmi con l’universo. Vorrei sincronizzare il mio respiro al respiro dell’universo. Altro filo conduttore della mia arte è poi la luce, ho lavorato tanto con il neon.
Che impatto ha la tecnologia nel suo lavoro?
La tecnologia è fondamentale. Io dico sempre che il computer è la matita del ventunesimo secolo. Il pennello andava bene per Leonardo da Vinci e infatti ha realizzato tutto quello che era possibile. Per questo io faccio ciò che Leonardo non poteva fare all’epoca. Utilizzo uno strumento attuale – conclude ironicamente l’artista.
Progetti futuri?
Questa mostra andrà a Spoleto, poi farò una mostra a Roma, una personale a Faenza, a settembre sarò in Germania e, a Novembre, in Portogallo. Diciamo che ho diversi appuntamenti.
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Vademecum
Persona. In the space and in the Time. By Fukushi Ito
9 giugno- 12 luglio 2017, Antico Arsenale di Amalfi
A cura di Roberto Mastroianni
Inaugurazione venerdì 9 giugno 2017 ore 18.00
Ingresso libero