ROMA – I paesaggi di Paolo Piccozza (Latina 1979 – Roma 2010) sono i protagonisti della mostra “Paolo Piccozza. Cavalcare lo spazio”, ospitata dal 24 gennaio al 14 febbraio 2019 nella Sala Colleoni dell’Accademia delle Belle Arti di Roma.
Ma protagonisti di questo bel progetto sono anche gli studenti del corso di Allestimento Spazi Espositivi dell’Accademia che, sotto la guida della docente Giuliana Stella, durante un workshop condotto da Jonathan Turner, hanno selezionato le opere in mostra e seguito l’intero processo espositivo.
Un’iniziativa questa, promossa dall’Associazione Paolo Picozza, che ha offerto agli studenti l’opportunità di indagare l’opera di un artista, con cui condividono la formazione presso la stessa Accademia dove lui, ancora studente, ha realizzato la prima esposizione personale. A partire dal 1994, suo ultimo anno del corso di Pittura, Picozza ha iniziato ad esporre nella Galleria romana “Al Ferro di Cavallo” e alla Kunsthaus Tacheles di Berlino. Dagli anni 2000 le sue opere hanno avuto un riconoscimento anche a livello internazionale. Sono seguite esposizioni personali e collettive in Italia e in Germania, in Giappone e in Corea in un crescendo fino alla prematura morte, a poco meno di 40 anni di età.
Questo inedito progetto dell’Accademia si tiene a quasi sei anni di distanza dalla grande retrospettiva a lui dedicata al Macro di Roma (18 dicembre 2013 al 26 gennaio 2014), a cura di Achille Bonito Oliva. La mostra del 2013 proponeva una quarantina di opere, tra cui tele di grandi dimensioni, opere su carta, alcuni lavori inediti e un’intervista video.
La nuova mostra-omaggio si concentra essenzialmente sui paesaggi dell’ultima fase di vita di Picozza catturati“con lo sguardo sia degli occhi che dell’anima”. In rassegna nove grandi tele e otto opere su carta. A dispetto delle loro grandi dimensioni, i dipinti sono animati da un’atmosfera intima, quasi immaginaria, una visione unica, personalissima e romantica, che l’artista restituisce attraverso ampie campiture di colore. Una pittura materica, realizzata con bitume, smalti, colori a olio, in cui il bianco, audace e abbacinante, crea assieme al nero un insolito gioco di contrasti, interrotto solo da qualche raro bagliore di rosso: una visione tragica di una natura possente e misteriosa al tempo stesso. Attraverso pennellate indefinite, astratte ed espressioniste, Picozza “costruiva” i suoi paesaggi scarni: colline desolate, terre ghiacciate, paesaggi marini, visioni urbane, terreni abbandonati, in cui la dimensione atemporale e la totale assenza di qualsiasi essere vivente amplifica il senso di straniamento. Paesaggi luminosi e scuri al tempo stesso che ad oggi continuano ad affascinare e ispirare l’attuale generazione di artisti.
Non a caso l’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2017 ha voluto dedicare all’artista il Premio Paolo Picozza, la cui edizione inaugurale è stata vinta dalla studentessa Claudia Roma con l’opera “Viandante”. Basandosi sulla percezione della luce che cambia e si trasforma in un paesaggio ghiacciato, lungo un periodo di 24 giorni, il lavoro diRoma è sia atmosferico, sia geografico, sia concettuale, sia scientifico. I collegamenti con l’opera di Paolo Picozza sono chiari ed evidenti e rafforzano ulteriormente l’idea di innovazione e collaborazione continua tra le varie generazioni all’Accademia. “Viandante” sarà installata come un epilogo alla mostra su Picozza.
A conclusione dell’esposizione verrà inoltre pubblicato un catalogo incentrato sull’inventiva dell’opera di Picozza e sugli aspetti di questa che hanno stimolato la creatività degli studenti dell’Accademia.
Vademecum
“Paolo Piccozza. Cavalcare lo spazio”
Accademia di Belle Arti di Roma, Sala Colleoni,
via di Ripetta 222
orari di apertura:
dal lunedì al sabato
10:00 – 18:00
ingresso gratuito