TORINO – La mostra, realizzata in collaborazione con la cattedra di Filologia e critica dantesca dell’Università degli Studi di Torino (Dipartimento di Studi umanistici) e l’associazione culturale MetaMorfosi, è stata ideata dal professor Donato Pirovano, docente nell’ateneo torinese e da Giovanni Saccani, direttore della Biblioteca Reale e si colloca nell’ambito delle iniziative promosse per i Centenari Danteschi, ovvero tra i 750 anni dalla nascita del poeta, (1265 – 2015), e i 700 dalla morte (1321 – 2021).
Codici, libri, manoscritti, incunaboli, cinquecentine, edizioni rare, veri e propri tesori librari della collezione della Biblioteca, per un totale di 60 pezzi, verranno svelati al pubblico in un percorso che permetterà di scoprire anche aspetti meno noti del Sommo poeta e padre della lingua italiana.
Di Dante, come fa notare il professor Pirovano, sono andate perse tutte le carte, nulla rimane ad oggi, neppure una firma. Tuttavia la sua fortuna è stata mantenuta viva in questi sette secoli, grazie a chi amato profondamente le sue opere, le ha copiate, stampate, studiate e conservate.
L’esposizione ha quindi anche lo scopo di far comprendere il ruolo fondamentale che hanno tutt’oggi le biblioteche nel custodire questo straordinario e inestimabile patrimonio.
Per arricchire l’esposizione, il Comitato Scientifico ha coinvolto anche altre importanti biblioteche di conservazione di Piemonte e Lombardia, case editrici e archivi, in particolare la Biblioteca Trivulziana di Milano, la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, la Biblioteca “Arturo Graf” di Torino e la Biblioteca di Scienze letterarie e filologiche di Torino, l’Archivio Storico dell’Università di Torino e infine la Salerno Editrice di Roma.
La mostra, articolata in due spazi espositivi, allestiti nei due caveau della Biblioteca, è suddivisa in sezioni. Inizialmente il visitatore entrerà idealmente in uno scriptorium trecentesco in cui, attraverso l’esposizione di pregevoli codici, potrà ammirare le modalità di trascrivere, illustrare e commentare la Divina Commedia nel secolo XIV. Collocati in apposite vetrine ci saranno codici di inestimabile valore tra i quali anche alcuni trecenteschi splendidamente miniati e/o illustrati e un particolare cartaceo contenente una traduzione in francese dell’Inferno. Tra essi anche reperti curiosi e unici come un esemplare di microscrittura in cui tutta la Divina Commedia è scritta in un foglio che, una volta piegato, potrebbe entrare nel guscio di una noce.
A completare questo primo percorso saranno esposti due splendidi fac simili recentemente realizzati dalla Salerno Editrice: Francesco da Barberino, Officiolum (ca. 1304-1309) e Commedia di Dante con figure dipinte da Antonio Grifo (fine sec. XV). Il visitatore entrerà poi nella tipografia antica, nel secondo caveau, dove saranno esposte le prime edizioni a stampa della Commedia. In particolare per il Dante commentato si potrà ammirare la prima edizione del commento di Cristoforo Landino, edito a Firenze nel 1481, che prevede anche un approfondimento – con opportune fotografie – dei disegni di Sandro Botticelli previsti per questa edizione e realizzati solo in parte.
Ma Dante non fu solo la Commedia, quindi una sezione darà spazio ad antiche stampe di altre opere, così come un’altra sezione illustrerà la fortuna di Dante nel mondo. Basti pensare che la Divina Commedia è stata tradotta in quasi tutte le lingue.
Come sottolinea Pietro Folena, Presidente di MetaMorfosi: “questa iniziativa alla Biblioteca Reale di Torino non poteva non essere sostenuta da MetaMorfosi. Fa parte infatti delle corde più profonde dell’Associazione l’interesse per i manoscritti, i documenti, i codici e i disegni. Abbiamo raccontato Michelangelo Buonarroti, e poi Leonardo da Vinci, – spiega Folena – cercando di superare il solo rapporto col capolavoro più celebrato. E così abbiamo fatto con i primi manoscritti francescani, o con gli autografi di Cesare Beccaria e di Alessandro Manzoni. Ricostruire, nel cuore di una Biblioteca come la Reale, vero e proprio scrigno in cui sono custoditi tesori straordinari, la storia della fortuna di Dante Alighieri, e dei manoscritti, dei codici, delle edizioni che hanno accompagnato per sette secoli il trionfo del padre della lingua italiana, simbolo dell’Italia nel mondo, è un’operazione fortemente meritoria”. Questo è stato reso possibile – aggiunge Folena – “grazie a Giovanni Saccani, Direttore della BRT e animatore di una valorizzazione attenta e curiosa del patrimonio che custodisce, e a Donato Pirovano, che ricostruisce in modo rigoroso e brillante la vicenda dantesca lungo molti secoli”. Infine – conclude il presidente di MetaMorfosi – “questa mostra ha, per chi scrive, anche un significato politico: perché parlare di Dante vuol dire tornare sulle ragioni per cui la lingua italiana ha bisogno di un forte e deciso intervento politico – chiesto da anni dall’Accademia della Crusca, e auspicato in tempi più lontani, vorrei ricordarlo, da Gianfranco Folena – per essere difesa e promossa, in Italia, in Europa e nel mondo, come lingua della cultura, delle arti, della qualità. Sono stati fatti errori gravi, in nome di un provincialismo anglofilo. L’italiano in Europa e nel mondo è sinonimo della bellezza, della poesia, del Rinascimento, della creatività. Ricordare Dante, e tornare sulla sua fortuna universale vuol dire impegnarsi in forma militante per la lingua italiana”.
Scrive il professore Pirovano: come aveva profetizzato Cacciaguida, il grido di Dante ha fatto “come il vento, che le più alte cime più percuote”: ha vinto e vince il tempo e lo spazio, ha scosso e scuote le coscienze, ha emozionato ed emoziona chi apre il libro – non importa più su quale supporto – e inizia a leggere: Nel mezzo del cammin di nostra vita…
La mostra si potrà visitare fino al 30 luglio e con lo scopo di arricchire l’offerta culturale, nel periodo dell’esposizione saranno organizzate, a scadenza settimanale, conferenze e letture dantesche tenute da docenti di varie università secondo il seguente programma:
16 giugno 2016 (Biblioteca Reale):
SOLENNE INAUGURAZIONE con la gradita presenza delle autorità cittadine e del rettore dell’Università degli Studi di Torino, prof. Gianmaria Ajani
Ospiti:
Andrea Riccardi (Presidente della Società Dante Alighieri)
Luca Serianni (La Sapienza, Università di Roma e Accademia dei Lincei)
23 giugno 2016 (Auditorium Biblioteca Nazionale)
Sabrina Stroppa (Università degli Studi di Torino)
Dio, nemico, desiderio, «accidente in sustanzia»: Amore nella lirica italiana antica
30 giugno 2016 (Auditorium Biblioteca Nazionale)
Giuseppe Noto (Università degli Studi di Torino)
«Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse». Francesca e Paolo e il triangolo erotico nelle letterature romanze medievali.
A seguire evento musicale a cura di Stefania Gerbaudi (soprano) e Anna Barbero (pianoforte)
7 luglio 2016 (Biblioteca Arturo Graf, Palazzo del Rettorato)
Massimo Manca (Università degli Studi di Torino)
Cerbero, la gola e il numero tre : leggere il sesto canto dell’«Inferno»
14 luglio 2016 (Accademia delle Scienze di Torino)
Donato Pirovano (Università degli Studi di Torino)
«Vita nuova»: un libro nuovo.
21 luglio 2016 (Biblioteca Reale)
Attilio Cicchella (Università del Piemonte orientale)
«Legato con amore in un volume»: breve storia dell’editoria dantesca.