ROMA – “L’Angelo Incarnato” è un disegno a carboncino, ritrovato in Toscana e di difficile datazione, che raffigura un adolescente ermafrodita sorridente, con una capigliatura femminile e il membro maschile eretto. Il volto dovrebbe essere quello di Gian Giacomo Caprotti, detto Salai, allievo e, probabilmente, anche amante di Leonardo.
L’immagine dell’opera era stata pubblicata sulla pagina Facebook de “L’Invisibile nell’arte” avviato dallo scrittore ricercatore Silvano Vinceti che da anni si dedica allo studio di enigmi legati al genio di Vinci e alla Gioconda. A quanto pare però – come riferisce Adnkronos sulla vicenda – il social network ha ritenuto l’opera “pornografica” autorizzando la sola pubblicazione del volto.
“L’insensata mannaia della censura del tribunale dell’inquisizione informatica ha decapitato la riproduzione” – ha commentato Vinceti. “E’ un fatto gravissimo che calpesta brutalmente e violentemente la piena libertà di espressione artistica e il diritto degli utenti di Facebook di approfondire la conoscenza dei dipinti di Leonardo da Vinci” – ha stigmatizzato lo scrittore.
Facebook ha risposto alla censura con queste parole: “Non sono ammessi immagini con contenuti caratterizzati da posizionamenti sessualmente suggestivi o che mostrano molta nudità (anche se per motivi artistici o educativi) a causa della loro natura altamente sensibile”.
Per Vinceti si tratta di una motivazione vergognosa e conclude: “Procederemo immediatamente ad una raccolta firme rivolta alle istituzioni europee ed italiane perché venga tutelata la libertà di espressione artistica e di divulgazione delle opere di tutti gli artisti. Si stanno predisponendo altre iniziative per l’affermazione di un principio non calpestabile”.
Sul problema della censura da parte dei social network si era espresso pochi giorni fa anche il critico Vittorio Sgarbi, il quale provocatoriamente aveva proposto l’assunzione di storici dell’arte per bloccare la censura sottolineando: “società stracolme di soldi, come Facebook, non possono affidare il controllo delle inserzioni sull’arte a un algoritmo”.