MACERATA – Si è da poco conclusa la campagna di scavi italiani ad Hadrianopolis e Antigonea, in Albania, due importanti città che, tra terzo secolo a.C. e il settimo secolo dopo Cristo hanno dominato la valle del Drino e con essa una parte significativa dell’Epiro.
Si tratta della 12esima campagna di ricerche archeologiche che l’Unimc, l’Università di Macerata, e l’Istituto archeologico albanese conducono in quest’area che dal 2015 è diventata Parco archeologico di Antigonea-Hadrianopolis.
Docenti e studenti dell’Unimc lavorano nella zona dal 2005, sotto la direzione del prof. Roberto Perna, e di Dhimiter Condi, anche grazie ai fondi messi a disposizione dall’ateneo Marchigiano e dal Maeci, che ha inserito la missione tra quelle di particolare interesse strategico per il nostro ministero degli Affari Esteri.
Spiega il prof. Perna: “Quest’anno in particolare sono stati realizzati studi dettagliati e rilievi topografici in alcuni siti della valle, come Melan, Selo, Lekel, Labova e Selcka, importanti città e fortezze diffuse nel territorio”.”Abbiamo realizzato nuove planimetrie archeologiche che integrano in maniera sostanziale i dati fino ad oggi noti, e acquisito importanti elementi per la conoscenza di questo territorio fra Albania e Grecia” – ha detto ancora Perna – . “Nel sito di Selo, fortificazione di età ellenistica che difendeva il passaggio verso la costa orientale e la Grecia del nord, è stato avviato uno scavo stratigrafico alle pendici sud-est della fortificazione stessa, scoprendo un interessante tratto di cortina. “In collaborazione con un’équipe dell’Università di Camerino – ha aggiunto ancora il Professore – sono proseguite anche le indagini geofisiche, geomagnetiche e geoelettriche, nelle aree urbane di Hadrianopolis”.