ANCONA – Un eccezionale rinvenimento archeologico quello realizzato dagli archeologi dell’Università di Bologna nella nella zona di Nevola a Corinaldo, in provincia di Ancona. E’ tornato infatti alla luce un sepolcro di alto rango che permetterà di scrivere nuove pagine della storia e dell’Archeologia marchigiana, come pure del popolamento dell’Italia pre-romana.
Le ricerche nella zona sono cominciate l’anno scorso, sul campo solo un mese e mezzo fa. Sono state utilizzate tecniche di esplorazione non invasiva del sottosuolo, come la ricognizione aerofotografica e la geofisica estensiva, che hanno portato a scoprire un’area archeologica che si preannunciava interessante fin dalle prime indagini. Le ricerche non invasive sono state condotte dal Laboratorio di Geofisica del Disci dell’Università di Bologna, in collaborazione con la società francese Geocarta e con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma.
Gli archeologi sono stati in grado di raccogliere alcuni dati che descrivono con precisione l’originaria presenza di una sepoltura monumentale, probabilmente un tumulo, circondata da un fossato anulare di circa 30 metri di diametro, e con al centro una grande fossa fittamente riempita (presenti carro da parata, armi di difesa e strumenti da taglio, oggetti e contenitori bronzei, e una quantità di vasellame ceramico) che costituivano il ricco corredo del personaggio qui celebrato.
Il rinvenimento risulta di grande interesse anche perché il luogo della scoperta, lungo il torrente Nevola, in un settore delle Marche compreso tra i fiumi Cesano ed Esino, risulta moto lacunoso per quanto concerne la storia del popolamento di età picena.
Questo importante traguardo rappresenta comunque solo la prima tappa di un programma di lavori lungo e complesso che vedrà impegnati i soggetti coinvolti per almeno un triennio.