ROMA – Nel corso della presentazione della ricerca “Dalla CSR alla Corporate Cultural Responsability: come valorizzare gli interventi delle imprese in cultura”, realizzata da Associazione Civita, Comitato Arte&Impresa, il ministro dei beni culturali, Dario Franceschini, ha evidenziato come, a oggi, siano più di 171 milioni gli euro donati con l’Art Bonus.
“Con i dati aggiornati – ha detto il ministro – con l’Art Bonus sono stati donati esattamente 171.066.907 euro, a 1002 enti percettori, da 5.057 aziende o singoli cittadini donatori. Bisogna arrivare – ha continuato Franceschini – a un punto in cui le imprese che non investono in beni culturali si vergognino. Perché se hai vantaggi dall’essere un’impresa italiana” per l’eredità e il contesto del patrimonio culturale “é anche giusto che tu renda qualcosa indietro”.
Franceschini ha poi rilanciato ironicamente: “Vorrei fare un’asta: chi paga il restauro della Domus Aurea? Chi l’illuminazione fino a mezzanotte di Pompei che così magari si può tenere aperto fino a mezzanotte? Sono sicuro che il ritorno di immagine per il donatore sarebbe grandissimo, ne parlerebbe tutto il mondo”. “La ricerca – ha concluso il ministro – dimostra come ci siano molti episodi positivi, ma che si può ancora crescere moltissimo. Soprattutto bisogna far crescere l’idea che la reputation di un’azienda è misurata anche su quanto quell’azienda fa per il proprio paese”.
Il vicepresidente vicario dell’Associazione Civita, Nicola Maccanico, ha invece spiegato che il 14% delle imprese italiane sopra i 50 addetti investe in cultura e lo fa per lo più in progetti regionali (62%), con una spesa media di 82.500, che in proporzione non é legata alla grandezza dell’azienda. Si predilige l’evento culturale, come mostre, esposizioni, concerti (scelto nell’82% dei casi), rispetto ad interventi strutturali (12%), come restauri, recuperi, creazione di spazi. “Solo la metà, però lo rendiconta e comunica all’esterno” – ha specificato Meccanico. Gran parte delle imprese comunica gli investimenti culturali essenzialmente sul sito web aziendale (88%) e solo in pochi casi su Report di sostenibilità (5%), magazine aziendale (3%) e social media (3%). “Gli investimenti in cultura – ha invece sottolineato Maccanico – devono essere misurati e far parte del concetto di sostenibilità di impresa. E’ importante riconoscere il valore di questo tipo di investimenti anche dal punto di vista sociale, perché in Italia la cultura ha un valore sociale non solo per la conoscenza, ma per la capacità di generare posti di lavoro”.
La pubblicazione è scaricabile gratuitamente a partire dal 15 maggio 2017 dal portale di Civita (http://www.civita.it/Associazione-Civita/Attivita/Pubblicazioni/Imprese-e-cultura/Dalla-CSR-alla-Corporate-Cultural-Responsibility-come-valorizzare-gli-interventi-delle-imprese-in-Cultura)