VENEZIA – La 18 esima edizione della Biennale di Architettura prende il via con una polemica. Non sono stati infatti rilasciati dall’ambasciata italiana i visti a tre dei sei collaboratori di cittadinanza ghanese di Lesley Lokko, curatrice della mostra.
“È la prima volta che mi accade una cosa del genere. – Ha detto Lokko durante la conferenza stampa di giovedì 18 – Non ho parole per commentare il rifiuto dei visti ai collaboratori del mio team che ha partecipato alla realizzazione del progetto: il documento che ci hanno consegnato parla di ‘dubbi ragionevoli’, ma io non ho ancora capito quali siano”.
“L’ambasciatrice ha spiegato che si impegna a fare ogni sforzo per garantire la partecipazione agli artisti ghanesi – Ha aggiunto la curatrice – ma qui mi pare non si stia parlando di una politica positiva, bensì del suo lato più brutto”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Biennale di Venezia, Roberto Cicutto, il quale ha affermato: “Peccato per questo episodio, retaggio forse di una visione non aggiornata delle relazioni anche culturali fra Europa e Africa, con la negazione del visto per l’accesso in Italia a tre giovani collaboratori che hanno prestato fondamentali servizi alla realizzazione di questa Mostra”.
La nota della Farnesina
In merito alla questione del mancato rilascio dei visti, il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha precisato in una nota che “l’ambasciata d’Italia ad Accra ha facilitato da anni la partecipazione di artisti ghanesi a importanti mostre d’arte o eventi in programma in Italia. Per fare qualche esempio: all’edizione di quest’anno della Biennale di Venezia sono presenti sette artisti ghanesi, tra questi anche il noto Ibrahim Mahama”.
“La partecipazione di artisti ghanesi – continua la nota – è stata valorizzata anche all’edizione 2022 della Biennale e alla Triennale di Milano nel giugno 2022, dove era presente il pittore Gideon Appah. Per quanto riguarda il team del padiglione alla Biennale di Venezia, curato da Lesley Lokko, sono stati rilasciati visti ai tre collaboratori, su un totale di sei richiedenti, che soddisfacevano i requisiti previsti dalla normativa”.
“L’ambasciata – si legge ancora – ha seguito le procedure previste dalla legge, che richiedono un attento esame dei requisiti individuali, come indicato dalla normativa europea che regola il rilascio dei visti Schengen, valido per tutti i paesi inclusi nell’accordo. Nel riferirsi ai tre collaboratori cui non è stato concesso il visto, l’ambasciata non ha mai fatto riferimento – né avrebbe potuto – all’’essenzialità o meno dei richiedenti. Per inciso, nel primo quadrimestre del 2023 l’ambasciata ha rilasciato 608 visti di ingresso in Italia su 617 domande. In generale, l’ambasciata e il ministero degli Affari Esteri stanno fornendo da tempo sempre più spazio e sostegno al settore artistico in Ghana. L’11 maggio scorso, ad esempio, è stata inaugurata una mostra d’arte con artisti ghanesi, togolesi e italiani per celebrare l’amicizia tra l’Italia e i Paesi africani attraverso l’arte”.
“L’Italia – conclude il comunicato – considera molto rilevante il focus sull’Africa dell’edizione di quest’anno della Biennale di Venezia e, in generale, sostiene l’arte africana sia a livello bilaterale sia multilaterale, come dimostra l’azione anche in ambito UNESCO, per promuovere il patrimonio culturale africano, sia materiale sia immateriale”.