BOLOGNA – E’ iniziato il disallestimento della mostra “La Riscoperta di un Capolavoro”, ospitata a Palazzo Fava a Bologna. L’esposizione, che ha riunito, dopo 300 anni, le 16 tavole del Polittico Griffoni riaprendo il dibattito sul Rinascimento bolognese, ha goduto di due proroghe e chiude con oltre 25mila visitatori.
C’è soddisfazione, ma anche rammarico – dice Fabio Roversi-Monaco, Presidente di Genus Bononiae, sottolineando come “Dalla riapertura dello scorso 1° febbraio si sono contati centinaia di ingressi giornalieri: un indicatore di quanto le persone abbiano desiderio di tornare ad acquisire vera cultura. Resterà l’orgoglio di aver realizzato un’impresa complessa, che evidenzia Genus Bononiae come interlocutore accreditato e autorevole dei principali Musei internazionali e che – in altre e più felici circostanze – avrebbe contribuito certamente a portare un significativo afflusso di turisti a Bologna. La Mostra ha peraltro ridato alla città il ruolo che le spetta nel panorama dell’arte rinascimentale e ha avuto il pregio di riaprire un dibattito nazionale e internazionale su un’opera di straordinaria importanza. La traccia di tutto questo resterà a Palazzo Pepoli e – mi auguro – nel cuore dei bolognesi. Desidero infine ringraziare – oltre alla Fondazione Carisbo – tutti i Partner e gli Sponsor dell’esposizione, il cui sostegno è stato prezioso in ogni fase del progetto”.
“Dopo la Mostra sul Polittico Griffoni, la conoscenza dell’arte del Rinascimento a Bologna non sarà mai più come prima – dichiara il Professor Mauro Natale, curatore della Mostra. – Ora si può davvero misurare l’importanza non solo dell’opera, ma anche il peso e le ragioni della sua assenza nel panorama figurativo della città in epoca moderna: capolavoro unico, senza seguito, al discrimine tra due modi distinti di concepire la raffigurazione e la pala d’altare. Anche per questa ragione e grazie alla riproduzione di Factum Foundation sarà possibile continuare l’appassionante discussione sull’assetto d’origine della grande macchina d’altare. Qualche nuova ipotesi è già stata proposta dagli studiosi e sarà accessibile nel volume degli Atti della giornata di studio, in corso di stampa. Ma i frutti della Mostra continueranno a durare a lungo, in futuro”.
Resta a Bologna la magnifica riproduzione del Polittico, che in primavera sarà collocata presso la Sala del Sacro del Museo della Storia di Bologna a Palazzo Pepoli e, per i prossimi cinque anni, tornerà nella Basilica di San Petronio nel mese di ottobre, in occasione delle celebrazioni per la festa del Santo Patrono.
La riproduzione è stata realizzata dalla Factum Foundation di Adam Lowe, Fondazione attiva da 20 anni nel campo della tecnologia applicata alla conservazione e divulgazione del patrimonio culturale, che ha effettuato la scansione ad alta risoluzione di ciascuna delle 16 tavole superstiti recandosi nei singoli Musei proprietari, unendo le potenzialità offerte dalle tecnologie digitali e di stampa 3D alle tecniche tradizionali.
“L’aura di un’opera d’arte, quell’immaterialità che è stata usata per definire la sua originalità, si rivela in realtà proprio all’interno della presenza materiale. Attraverso la scansione ad alta risoluzione, la mediazione digitale e le nuove tecnologie di visualizzazione e ri-materializzazione, possiamo avere una più profonda comprensione degli aspetti materiali che rendono qualsiasi oggetto quello che è. Non solo come è stato realizzato, ma anche come è stato conservato e movimentato da una città all’altra o da un tipo di istituzione a un’altra” dice Adam Lowe, direttore di Factum Arte e fondatore di Factum Foundation.
Resta attivo anche il Virtual Tour, un’esperienza digitale che apre le porte di Palazzo Fava a quanti non hanno potuto visitare l’esposizione e che vuole diventare anche strumento di divulgazione per il mondo della scuola. Il tour, che ha un costo di 5 €, verrà offerto gratuitamente a tutti i docenti che ne faranno richiesta per proporlo come percorso disciplinare alle proprie classi.
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