PRATO – Sono oltre 50 mila i visitatori registrati in 4 mesi dall’apertura al nuovo Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, che conferma in questo modo il suo ruolo fondamentale di piattaforma culturale delle ricerche più avanzate nell’ambito dei linguaggi del contemporaneo.
15mila sono state le presenze solo nei giorni del Grand Opening, di cui 12.000 nella giornata di domenica 16 ottobre 2016. Dal Grand Opening, con l’apertura al pubblico dell’esposizione “La fine del mondo” curata dal direttore Fabio Cavallucci, visitabile fino al 19 marzo 2017, sono stati dunque migliaia i visitatori provenienti, non solo da Prato e dalla Toscana ma da tutto il territorio nazionale, che hanno potuto ammirare la nuova struttura architettonica del Centro, realizzata dall’architetto olandese Maurice Nio e immergersi nella mostra tra le grandi installazioni di Hirschhorn, Oliveira e Garaicoa fino ai lupi di Cai Guo-Qiang passando per le opere storiche di Picasso, Fontana e Boccioni e i lavori di artisti emergenti, provenienti dall’Est Europa e dai Paesi Arabi.
Irene Sanesi, presidente della Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana, ha commentato: “Quando in sede di inaugurazione parlai di Effetto Pecci, volendo con questa espressione ricordare il famoso precedente Effect Beaubourg, non era solo un auspicio ma l’obiettivo sfidante che ci siamo posti tutti insieme: quello cioè di divenire punto di riferimento per la collettività e non solo per gli esperti e amanti dell’arte, un festival permanente del contemporaneo perché abbiamo bisogno di cultura 365 giorni l’anno, il simbolo di una città che guarda al futuro”.
Nel frattempo, nel corso di questi mesi il calendario del museo è risultato fitto di eventi, circa 112, tra conferenze, performance, proiezioni cinematografiche e appuntamenti musicali. In particolare da ricordare le lectio magistralis del sociologo Zygmunt Bauman, dell’antropologo Marc Augè, del climatologo Luca Mercalli.
Dopo la chiusura de La fine del mondo – che terminerà nell’ultimo weekend dal 17 al 19 marzo prossimi – arriverà la nuova stagione espositiva.
Ambiente, corpo, performatività sono i temi che saranno toccati nella prossima ondata di mostre, in cui lo spazio del Centro, ora unito in un unico flusso continuo, sarà invece diviso tra esposizioni diverse. La prima, a partire dall’8 aprile 2017 a cura di Stefano Pezzato, includerà opere di sessanta artisti selezionate dalla grande collezione del Centro. Dalla caverna alla luna è il titolo dell’esposizione che si sviluppa come un percorso di esperienze dirette da fare dentro la raccolta, a partire da opere-ambiente fra le quali alcune ormai entrate nella storia dell’arte come la Caverna dell’antimateria di Pinot Gallizio e la Luna di Fabio Mauri.
A fine aprile sarà poi la volta della prima personale di Jérôme Bel, il coreografo francese protagonista della “non danza”.
Infine arriverà una ricostruzione della Biennale di Venezia del 1972, o meglio della sua sezione Comportamento, curata da Renato Barilli, che portò alla ribalta le tematiche del processo in opposizione alla staticità dell’opera, con artisti quali Mario Merz, Luciano Fabro e Gino De Dominicis.