ROMA – La Madonna Odigitria, conosciuta come Madonna del Pantheon, icona bizantina risalente al VII secolo, è stata restaurata dopo 63 anni grazie a un intervento promosso dal Ministero della Cultura , realizzato dall’Istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali di Roma, in collaborazione con il Capitolo della Basilica di Santa Maria ad Martyres e con il sostegno di Bulgari come sponsor.
Un restauro innovativo e sinergico
Il restauro, durato otto mesi, ha visto all’opera un gruppo di professionisti interdisciplinari guidati dalla direttrice del Pantheon Gabriella Musto. Tra gli esperti che hanno preso parte al cantiere: il chimico Antonio Sgamellotti, la restauratrice Susanna Sarmati, gli esperti del Consiglio Nazionale delle Ricerche Chiara Anselmi e Nicola Macchioni, il geofisico Massimo Musacchio, le funzionarie dell’Istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo Matilde Amaturo e Silvana Costa, e Paolo Castellani della Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.

L’intervento ha seguito le più moderne metodologie di restauro, combinando analisi diagnostiche approfondite con tecniche all’avanguardia. Un lavoro minuzioso e appassionato che ha permesso di recuperare i colori originali dell’opera e di stabilizzarne la struttura.
Un’icona con una storia millenaria
L’icona della Madonna del Pantheon, realizzata a tempera su tavola di olmo, è strettamente legata alla storia della Basilica. La tradizione la fa risalire al 13 maggio del 609 d.C., quando Papa Bonifacio IV ricevette l’opera in dono dall’imperatore bizantino Foca, in occasione della consacrazione del Pantheon a tutti i martiri cristiani e alla Vergine Maria ad Martyres.
L’opera rappresenta la Madonna Odigitria con il Bambino in braccio e la mano destra rivolta verso di lui, a indicare la via della salvezza. Per secoli è stata custodita nell’aula principale del Pantheon, prima di essere spostata nella Cappellina d’inverno nel 1961 per motivi di conservazione.
Un nuovo capitolo per la Madonna del Pantheon
Dopo il restauro, l’icona tornerà nella sua sede originaria, la Cappellina d’inverno. Ma non sarà l’unica novità: nei prossimi mesi, al termine dei lavori di riqualificazione, quest’area del complesso monumentale sarà aperta al pubblico con visite guidate dedicate.
Il restauro della Madonna del Pantheon rappresenta un passo importante nella valorizzazione di uno dei monumenti simbolo di Roma. Un’operazione che non solo ha restituito splendore a un’opera d’arte d’inestimabile valore, ma ha anche permesso di approfondire la conoscenza della sua storia e del suo significato.

“Il restauro della Madonna del Pantheon – ha commentato il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano – è un segno di speranza e di rinascita. Un monito a guardare al futuro con fiducia e a investire nella tutela del nostro patrimonio culturale, che è una delle nostre più importanti risorse”.
“Quest’opera – ha aggiunto il Direttore generale Musei Massimo Osanna – rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato. Un modello da seguire per valorizzare al meglio i nostri beni culturali e renderli fruibili da un pubblico sempre più ampio“.
“Il legame tra Bulgari e Roma – ha concluso l’Amministratore delegato di Bulgari Jean-Christophe Babin – è profondo e di lunga data. Siamo orgogliosi di aver contribuito al restauro della Madonna del Pantheon, un’opera che rappresenta la storia e la cultura di questa città straordinaria“.