MILANO – Una bellezza raccontata con la convinzione, che bellezza richiami bellezza e che non ci sia niente di più dirompente della bellezza dell’anima, che risiede in chi si nutre d’arte. GrandArt è la più giovane fiera dell’arte moderna e contemporanea milanese, quest’anno per la seconda edizione, appena conclusa, ha raccolto 60 Gallerie italiane e internazionali, nello spazio espositivo The Mall nel quartiere di Porta Nuova a Milano.
Le gallerie si sono contraddistinte con i loro artisti, muovendosi in quel perimetro della pittura, della scultura e delle arti applicate che hanno saputo mantenere uno stretto legame con le tecniche, con la poetica dei materiali, e con la grande storia dell’arte italiana. Un viaggio che si è ’intrecciato e si è amalgamato in un equilibrio di ampio scenario che ha voluto racchiudere il pensiero gioioso ed il tormento di un sentimentalismo riposto in un passato che diventa, a volte, mito.
Ci si chiede spesso qual è lo stato dell’arte della pittura di figurazione oggi? È stata, infatti, annunciata più volte la morte della pittura e, in particolare, di quella di figura eppure, a differenza di molte sue “Cassandre”, gode oggi più che mai di ottima salute, a giudicare per esempio dal suo grande ritorno nelle principali fiere internazionali d’arte contemporanea.
“Nelle scorse settimane – afferma Angelo Crespi Presidente di GrandArt – ho visitato le fiere d’arte Frieze a Londra e Fiac a Parigi e ho riscontrato che all’estero la pittura-pittura, quella da noi definita come Grand Art, incontra sempre di più il favore dei collezionisti e in generale del pubblico.“Solo in Italia – continua Angelo Crespi – per colpa del nostro provincialismo, guardiamo la pittura e la figurazione ancora con sospetto. Ma credo che siamo a un punto di svolta.
Ci sono grandi artisti italiani che lavorano innovando la tradizione dell’arte, ci sono giovani che paradossalmente stanno sperimentando un nuovo ritorno all’ordine, ci sono investitori che vogliono comprare opere belle, ci sono gallerie che propongono quadri magnifici. Ci fa entrare in contatto con la ‘nuova’ Milano, ovvero quella Milano che omaggia la tradizione pittorica italiana, una città che ha visto nascere e affermarsi alcuni importantissimi movimenti artistici, come lo Spazialismo di Lucio Fontana, l’arte cinetica, l’arte nucleare, il Realismo esistenziale e altri ancora. Una città che è diventata ormai uno dei poli principali dal punto di vista culturale, mondano, e in cui si respira un clima da città ‘internazionale’ e all’avanguardia. La pittura si è ripresa la scena, con una miriade di segni, colori e fantasie di artisti, questi folli e generosi creativi. Il visitatore è stato catturato da capolavori che suscitano sentimento e nostalgie, con il richiamo di quella forza artistica che si presenta ed emerge con prepotenza come un elemento raro del passato.
Tra le iniziative più importanti ospitate da The Mall, di grande interesse la mostra, curata da Stefano Zuffi e Paolo Galimberti (responsabile e archivista della Pinacoteca della Fondazione Ca’ Granda), che ha raccolto una selezione di dodici grandi dipinti provenienti dalla quadreria della Cà Granda, ovvero l’antico Ospedale Maggiore di Milano.
L’esposizione si è concentrata su dodici ritratti mai esposti in precedenza, di autori quali Mario Sironi, Amselmo Bucci, Marcello Dudovich, Gianfilippo Usellini, Giuseppe Novello, Luca Vernizzi e altri, selezionati fra le numerose opere che ritraggono i grandi benefattori dell’Ospedale. È infatti tradizione, avviata nel ‘500 dagli Sforza e dai Visconti, riconoscere le donazioni significative con la commissione di un ritratto a figura intera o mezza relativamente alla somma donata. La collezione di ritratti della Fondazione Ca’ Granda conta non solo benefattori che hanno fatto la storia del nostro paese, ma anche artisti di valore internazionale. L’antico Ospedale Maggiore di Milano non molti lo sanno – ha in dote un patrimonio di oltre 2mila ritratti di pittori italiani: tutto è cominciato nel Cinquecento con gli Sforza, che commissionavano ad artisti locali i ritratti dei benefattori del nosocomio.
GrandArt ci ha mostrato come non ci sia niente di più contagioso della creatività. Ci credono molto quattro giovani artisti della scuderia della Galleria Studio Guastalla. Ali Hassoun (Sidone, Libano, 1964), Vanni Cuoghi (Genova,1966), Giuseppe Veneziano (Mazzarino, CL, 1971), Massimiliano Alioto (Brindisi, 1972) che appartengono alla stessa generazione e hanno creato un gruppo Effe4. Formare un gruppo, Effe4 è stato un gesto naturale, perché Hassoun, Cuoghi, Veneziano e Alioto sono pittori- amici, molto amici, amici che si frequentano davvero, non sugli schermi dei social ma a tavola, nei rispettivi studi, alle inaugurazioni e alle feste e hanno scoperto di condividere un simile sguardo sulla pittura: amano il pennello e la tela, amano la figura, amano la grande tradizione e la intrecciano con la contemporaneità, spesso con un filo di irriverente ironia, rivelando un immaginario caleidoscopico, che ognuno declina secondo la propria individuale visione. Il nome Effe4 è una sigla che racchiude in se molti possibili significati. Effe4 sono i Fantastici 4 supereroi dei fumetti Marvel, sono le quattro f che stanno per quattro modalità della Figurazione, quattro Fantasie, quattro Forme per rappresentare, quattro Finzioni per raccontare, ognuno a suo modo, questo nostro surfare il quotidiano contemporaneo». Spesso l’artista è un cieco con la lanterna: non sa forse di preciso dove sta andando, ma, durante il proprio cammino, illumina la strada al mondo.
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