ROMA – Ciò che è certo è che le “visite virtuali in museo non sostituiranno mai le visite reali”. Questo non esclude certo che non ci saranno ancora iniziative virtuali future quando l’emergenza sarà finita.
Partendo da questo assunto il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, ha illustrato, in una videoconferenza con i giornalisti dell’Associazione della Stampa estera di Roma, alcune strategie possibili per il post pandemia che di certo “non premierà il turismo mordi e fuggi”.
Relativamente alla riapertura dei musei Schmidt ha spiegato che le misure e le tempistiche si stanno decidendo a stretto contatto e con il coordinamento del ministero e “ci sarà una comunicazione unificata del Mibact che, proprio per evitare ogni eventuale incertezza o fraintendimento”.
Ci sarà sicuramente una grande richiesta del pubblico quando questa situazione sarà finita – ha evidenziato Schmidt – “Le strategie che adotteremo per gestirla saranno le stesse che abbiamo adottati già due anni fa per favorire lo ‘slow museum’ ovvero le visite più lunghe, tranquille, estese, visite ‘arte relax’. E sfavorire ovviamente il guardi e fuggi, selfie e fuggi, come si potrebbe chiamare“.
Ha poi aggiunto: ”Tengo a rassicurare tutti su una certezza assoluta della riapertura degli Uffizi: tutte le mostre programmate e ora sospese si terranno. Non verrà cancellata una singola esposizione”.
“Già adesso ne abbiamo tre pronte a essere ricalendarizzate”. “Il giorno successivo alla chiusura (9 marzo) – ha specificato il direttore degli Uffizi – avrebbe dovuto aprire la nostra grande mostra dedicata alla pittrice seicentesca Giovanna Garzoni”. “Questa mostra è già allestita e partirà pochi giorni dopo la riapertura – ha spiegato Schmidt – Abbiamo poi un’altra mostra, sui codici miniati medievali recuperati dal Commando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri, che prenderà avvio nelle settimane successive. E quindi una terza mostra, incentrata sul grande pittore del primo Ottocento, fiorentino ma di importanza europea, Giuseppe Bezzuoli. E’ la prima grande monografica su questo artista eccezionale, del quale abbiamo comprato cinque opere negli ultimi anni e al quale vogliamo restituire il posto nella storia dell’arte europea, tra neoclassicismo e realismo, che merita“.
“Infine – ha concluso Schmidt – riaprirà, restando prorogata fino a settembre – e se necessario anche per più tempo – la mostra sulle calzature nel mondo classico e la loro influenza nel cinema e nella moda contemporanea”.
Per quanto concerne la mostra di Raffaello alle Scuderie del Quirinale, Schmidt ha affermato: ”Ho già rassicurato il presidente delle Scuderie che siamo intenzionati a lasciare tutte le nostre opere in mostra, anche molto più a lungo del previsto. Questa è una mostra epocale, e siamo disposti a profondere tutto l’impegno che è necessario per consentire a quante più persone possibili di visitarla dal vivo. Anche perché il Cinquecentario di Raffaello dura fino al 31 dicembre”. “Questa mostra, non mi stancherò di ripeterlo, è centrale per promuovere la conoscenza e la cultura di Raffaello, ed è centrale per l’Italia”. Per difendere la mostra, “siamo pronti a tutto, ‘whatever it takes'” – ha sottolineato Schmidt citando l’espressione a suo tempo usata dall’allora presidente della Bce, Mario Draghi, per difendere l’euro.
A proposito delle perdite economiche causate dal Coronavirus, Schmidt ha parlato di oltre 10 milioni di euro. “Gli Uffizi – ha aggiunto – hanno le spalle larghe: se questa situazione non durasse molto a lungo, possiamo senz’altro gestirla. Una chiusura fino a tre mesi possiamo reggerla. Ma se invece dovesse durare fino all’arrivo di un vaccino, al momento annunciato per la primavera prossima, dovremmo pensare in maniera più radicale a come spostare investimenti all’anno prossimo, o magari a quello anche successivo”. “Detto questo – ha concluso – è importante non dimenticare mai che questa chiusura serve a salvare vite umane: al momento la priorità è questa, solo quando sarà cessata l’emergenza potremo preoccuparci dei numeri”.