CREMONA – Dal 4 marzo all’11 giugno 2017, il Museo del Violino di Cremona ospita una mostra dedicata a due grandi realtà che hanno fatto la storia del fotogiornalismo, ovvero il celebre magazine americano Life (che chiuse nel 1972) e l’agenzia fotografica Magnum Photos.
L’esposizione, a cura di Marco Minuz, si focalizza proprio sul rapporto fra queste due entità, per analizzare come alcuni reportage riferiti ad eventi importanti del XX secolo, e realizzati da grandi maestri della fotografia membri di Magnum, vennero trasferiti all’interno delle pagine di Life.
Due figure importanti, che rivestirono un ruolo fondamentale in questo rapporto, furono Robert Capa e John Godfrey Morris. Il primo, ideatore e co-fondatore della Magnum nel 1947 e Morris, uno dei più grandi photo editor del Ventesimo secolo, responsabile dell’ufficio londinese di LIFE durante la Seconda guerra mondiale e dopo il conflitto, redattore esecutivo della storica agenzia Magnum.
La mostra rappresenta dunque una sorta di viaggio all’interno di nove reportage fotografici, realizzati da grandi maestri che vennero editati dalla rivista americana ed ebbero grande diffusione, ma al contempo grande impatto sull’opinione pubblica.
Il percorso espositivo prende il suo avvio dal lavoro di Philippe Halsman, che su Life pubblicò centinaia di fotografie e decine di copertine. Ritratti come quelli di Marylin Monroe, Salvator Dalì o Mohamed Ali. A seguire due reportage storici di Werner Bischof, il primo dedicato alla grande carestia del Bihar in India nel 1951 e il successivo alla Corea realizzato nel 1952. In entrambi, impegno e sensibilità sociale vengono trasmessi con un senso estetico notevole.
Altro reportage entrato nella storia è quello di Dennis Stock su James Dean. Si tratta di scatti di grande intimità che svelano la personalità del divo del cinema, poco prima della sua tragica scomparsa. Per promuovere “Misfits” (“Gli spostati”), celebre pellicola di John Huston, sceneggiata da Arthur Miller e protagonisti come Marylin Monroe, Clark Gable e Montgomery Clift, a Magnum venne data l’esclusiva di seguire le fasi realizzative. Per questo Magnum schiera sul set nove suoi membri: Eve Arnold, Cornell Capa, Henri Cartier-Bresson, Bruce Davidson, Elliot Erwitt, Ernst Haas, Erich Hartmann, Inge Morath e Dennis Stock. Le loro immagini ci portano dentro la macchina del grande cinema americano degli anni ’60.
Particolarmente duro e drammatico è invece il racconto offerto da Bruno Barbey sulla guerra del Vietnam e di ciò che vi accadde oltre e all’interno del fronte. Queste immagini furono tra le ultime ad essere pubblicate su Life, poco prima della sua chiusura.
Ma non è tutto. Accanto a questo percorso cronologico, la mostra propone anche una serie di emozionanti “stanze” monografiche. A cominciare dalle immagini che Henri Cartier-Bresson nel 1954 trasse dal suo lungo viaggio dentro l’URSS. Poi Robert Capa, di cui vengono proposti i tre storici reportage, quello sulla guerra civile spagnola, le cui immagini sono icone della storia della fotografia, così come lo sono le successive immagini dello sbarco in Normandia, unica testimonianza diretta di quella epica impresa; e infine la Guerra di Indocina dove egli trovò la morte.
In esposizione anche le edizioni originali di LIFE e spezzoni video che permetteranno di contestualizzare i reportage.
La mostra, accompagnata da un catalogo edito da Silvana editoriale, è parte del progetto italiano per i 70 Anni di Magnum, che propone alcune rassegne, oltre che a Cremona, anche a Torino (Camera) e Brescia (Brescia Photo Festival).