ROVIGO – Cristina Roccati, giovane rodigina, sfidò i limiti sociali del suo tempo per perseguire il sogno di studiare le scienze esatte. Tra il XVIII secolo, ancora segnato da forti restrizioni per le donne, e l’Illuminismo nascente, Roccati riuscì a intraprendere un percorso accademico di straordinario coraggio, che ora viene celebrato in una mostra a Palazzo Roncale a Rovigo.
Dal 6 dicembre 2024, l’esposizione a cura di Elena Canadelli traccerà la vita e il percorso intellettuale di Roccati, soffermandosi sulle difficoltà che dovette affrontare e l’impatto che ebbe nel panorama scientifico italiano.
“La mostra – spiega Canadelli – restituisce la voce a una delle protagoniste di questa elettrizzante stagione della scienza, attraverso un percorso espositivo incentrato sulla riscoperta di questa figura dimenticata”.
Una sfida ai pregiudizi dell’epoca
Nel 1747, a soli 15 anni, Cristina Roccati lasciò Rovigo per Bologna, una città che offriva alle donne possibilità altrove precluse. Grazie al sostegno del padre, che sorprendentemente scelse di investire nell’istruzione della figlia, Roccati iniziò il suo percorso accademico sotto la guida della fisica Laura Bassi, una delle rare donne a ottenere un ruolo nell’Università di Bologna. Questo passo fu già di per sé una rivoluzione personale: Roccati affrontava un ambiente pensato per uomini e dominato da discipline che venivano ritenute troppo complesse per le donne.
Studiò logica, filosofia, meteorologia e fisica, materie che le avrebbero consentito, nel 1751, di laurearsi e di approfondire le leggi della natura sotto la luce delle teorie newtoniane, all’epoca una novità. Tuttavia, il sogno di un futuro accademico durò poco: a causa di uno scandalo finanziario che colpì la sua famiglia, fu costretta a tornare a Rovigo, dove iniziò un nuovo capitolo della sua vita come insegnante di fisica.
Cristina Roccati e l’Accademia dei Concordi, cuore culturale di Rovigo
Nella Rovigo del XVIII secolo, Roccati non rinunciò alla scienza trovando nell’Accademia dei Concordi un luogo in cui diffondere le conoscenze acquisite e portare avanti il suo lavoro intellettuale. Nonostante le riserve della società dell’epoca, i membri dell’Accademia la nominarono “Principe“, riconoscendole un ruolo di rilievo. Questa nomina suscitò dissensi e persino dimissioni, ma Roccati rimase un simbolo di tenacia, portando la scienza newtoniana e il pensiero galileiano nella provincia.
Con le sue conferenze, Roccati divenne il tramite tra il sapere accademico e il pubblico, un ruolo raro per una donna in un tempo in cui la scienza era uno spazio quasi esclusivamente maschile.
Un’eredità riscoperta
L’esposizione a Palazzo Roncale rappresenta un’opportunità per riflettere su un’epoca in cui la conoscenza scientifica attraversava cambiamenti radicali. In esposizione, la figura di Cristina si affianca a quella di altre donne che sfidarono i confini tra pubblico e privato, come la matematica Maria Gaetana Agnesi e la fisica Laura Bassi. Il percorso espositivo si soffermerà sul fascino dei fenomeni naturali, dalla fisica sperimentale alle dimostrazioni di elettricità, elementi che segnarono il secolo dei Lumi e resero la scienza un ambito di confronto sociale.
In mostra – racconta la curatrice Elena Canadelli – “Verranno raccontati alcuni aspetti storici e scientifici del Settecento, il secolo della ragione e dell’Encyclopédie, di Voltaire e della Rivoluzione francese, ma anche della diffusione delle teorie di Newton tra i non addetti ai lavori e della meraviglia suscitata da fenomeni naturali come l’elettricità. Negli anni della Roccati, la moda degli spettacoli di elettricità e di dimostrazioni sperimentali conquistò nobili e accademici in cerca di fama e notorietà, animando le serate di corti e salotti, mentre si moltiplicavano i primi libri di divulgazione scientifica, come Il Newtonianesimo per le dame (1737) dello scrittore di origini veneziane Francesco Algarotti o le Lezioni di fisica sperimentale (1743-48) del francese Jean Antoine Nollet”.
Uno dei telescopi che l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) lancerà in orbita nell’ambito del progetto PLATO, dedicato alla ricerca di pianeti extrasolari simili alla Terra, porta il nome di Cristina Roccati: un omaggio a una pioniera che, nel Settecento, dedicò la propria vita alla scienza e all’esplorazione della natura.
Vademecum
CRISTINA ROCCATI (1732-1797)
La donna che osò studiare fisica
6 dicembre 2024 – 21 aprile 2025