MANTOVA – A cinquecento anni dalla sua nascita, Palazzo Te si appresta a celebrare il suo Cinquecentenario con un programma di eventi, mostre e iniziative che ne esaltano il valore storico e artistico. Dal 1525, anno in cui Giulio Romano trasformò un’idea visionaria in pietra e affresco, fino ai giorni nostri, il palazzo continua ad affascinare con il suo linguaggio sospeso tra mito e realtà, umanesimo e potere.
“Palazzo Te riverbera una dimensione utopica, un segnale straordinario nella transizione culturale e politica del suo tempo che continua a risuonare nel presente“, afferma Stefano Baia Curioni, direttore della Fondazione Palazzo Te. Un’eredità che si fa specchio di epoche diverse, capace di trasformarsi e parlare al presente.
Un luogo di sogni, potere e meraviglia
Nel 1525, Giulio Romano e Federico II Gonzaga concepirono Palazzo Te come un’opera totale, in cui architettura, pittura e letteratura si intrecciano in una narrazione simbolica. La sua maestosità ne fece teatro di eventi storici, ospitando due volte l’imperatore Carlo V e accompagnando la nomina del Gonzaga a duca.
Più di un semplice palazzo, Palazzo Te è un codice visivo: ogni sala racconta storie di metamorfosi, desiderio, potere e gloria. Dalla Camera di Amore e Psiche, con i suoi affreschi che celebrano il piacere e la seduzione, fino alla Caduta dei Giganti, dove l’arte diventa puro dinamismo, il palazzo è un viaggio nella mitologia e nell’ambizione rinascimentale.
Dal Caos al Cosmo: un’esposizione immersiva
Le celebrazioni del Cinquecentenario prendono il via il 29 marzo 2025 con la mostra Dal caos al cosmo. Metamorfosi a Palazzo Te, curata da Claudia Cieri Via. Il percorso espositivo, arricchito da prestiti di prestigiose istituzioni come il Louvre, il Prado, gli Uffizi e l’Albertina di Vienna, esplora il tema delle metamorfosi ovidiane come chiave di lettura del palazzo. Otto sezioni guideranno i visitatori tra mito, tempo, potere e trasformazione, con opere di Tintoretto, Correggio, Rubens, Poussin e lo stesso Giulio Romano, fino al contemporaneo Giuseppe Penone.
Questa mostra pone in dialogo arte antica e moderna, proponendo una nuova interpretazione degli spazi del palazzo come luogo di continua metamorfosi, in cui le immagini si fondono in un’unica narrazione visiva.
«La metamorfosi coinvolge anche la vita degli esseri umani, degli animali e delle piante, per arrivare a ibridazioni, deformazioni e cambiamenti ravvisabili anche nella letteratura e nell’arte contemporanea – dichiara Claudia Cieri Via, curatrice della mostra –. In questa prospettiva, è stata scelta un’opera come Dafne di Giuseppe Penone, un artista che lavora sulla materia vivente con vigore esemplare e totalizzante, così come rivelano le annotazioni poetico-filosofiche che accompagnano i suoi disegni. Questa compenetrazione tra natura e materia, tra arte e poesia, emerge in modo molto affine nell’operato sia dell’artista quanto di Giulio Romano».
Isaac Julien e il linguaggio della contemporaneità
A ottobre 2025, il regista e artista britannico Isaac Julien presenterà una videoinstallazione multicanale, concepita per gli spazi delle Fruttiere, riaperti dopo un accurato restauro. Il suo progetto, curato da Lorenzo Giusti, esplora il concetto di metamorfosi nella cultura contemporanea, interrogando il rapporto tra passato e presente, tra uomo e natura. Dopo essere stato esposto in istituzioni come il MoMA di New York e il Centre Pompidou di Parigi, Julien porta a Mantova un’opera ispirata al ciclo di affreschi di Giulio Romano, ripensata per lo spazio unico di Palazzo Te.
«Il lavoro di Isaac Julien – spiega il curatore Lorenzo Giusti – inviterà a riflettere sul rapporto tra entità diverse del mondo vivente, umane e non umane, e sull’urgenza di una trasformazione ecologica, abbracciando un’idea trasformativa di concetti quali l’identità, il genere, la specie».
Un labirinto di luce e illusione
Come omaggio alla storica vocazione scenografica di Palazzo Te, il Balich Wonder Studio, guidato da Marco Balich, realizzerà un’installazione immersiva nel Giardino dell’Esedra. Un labirinto gonzaghesco, fatto di specchi, trompe-l’œil e giochi di percezione, accompagnerà i visitatori in un viaggio tra finzione e realtà, rendendo omaggio alla maestria illusionistica che da sempre definisce l’identità di Palazzo Te.
Musica, performance e restauri: il Cinquecentenario diffuso
Oltre alle grandi mostre, il Cinquecentenario presenterà un fitto calendario di eventi, realizzati in collaborazione con istituzioni culturali e artistiche del territorio. Concerti, spettacoli teatrali, residenze d’artista e laboratori didattici accompagneranno l’anno di celebrazioni, tutti ispirati al tema delle Metamorfosi.
Parallelamente, si avvieranno importanti interventi di restauro e valorizzazione: il recupero delle Fruttiere, l’illuminazione scenografica del Giardino dell’Esedra, il restauro del soffitto ligneo della Camera di Amore e Psiche e l’allestimento di nuovi spazi seminariali per la Scuola di Palazzo Te.
Cinque secoli dopo la sua creazione, Palazzo Te continua a essere un luogo di ispirazione, trasformazione e ricerca. Il Cinquecentenario diventa così un’occasione per rinnovare il dialogo tra la sua straordinaria eredità e il mondo contemporaneo, riaffermandone il ruolo di centro vivo della cultura e dell’arte.