FIRENZE – Sono 455 le opere del tesoro donato agli Uffizi, appartenenti alla collezione del professor Carlo Bravo (16 luglio 1935 – 12 agosto 2017). Il lascito è stato reso possibile grazie alla generosità e lungimiranza del suo allievo ed erede universale Lorenzo Gnocchi, anch’egli professore all’ateneo fiorentino.
Tra i capolavori che entrano a far parte del patrimonio pubblico degli Uffizi, ci sono in particolare il “San Giovannino” del Rosso Fiorentino – l’ultimo quadro del grande pittore manierista finora in mani private – che farà parte del nuovo allestimento della pittura del primo Cinquecento della Galleria (in corso di preparazione). Due tele del fiorentino Jacopo Vignali – il “Giovane flautista” e “Gesù incoronato di spine” verranno esposte nella Galleria Palatina. La maggior parte della collezione presenta opere di maestri dell’Ottocento come Giuseppe Bezzuoli, Léon Bonnat, Antonio Ciseri, Raffaello Sernesi, e molti altri; nonché dipinti di amici artisti come Bruno Innocenti, Giovanni Colacicchi, Renzo Dotti e Rodolfo Meli. Queste verranno esposte in due sale dedicate nella Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, che verranno restaurate e allestite nei prossimi mesi: spazi per molti decenni chiusi al pubblico e utilizzati come uffici, ma con una veduta spettacolare sui monumenti di Firenze che sempre incantava Del Bravo quando si affacciava a quelle finestre.
La collocazione del lascito Del Bravo alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti è particolarmente appropriata, dato che lo studioso è stato per decenni membro della Commissione per la valutazione e le nuove acquisizioni della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, che in quegli spazi si riuniva regolarmente.
E’ attualmente in preparazione anche una mostra su Carlo Del Bravo come collezionista, studioso e maestro di generazioni di studenti, e un catalogo scientifico completo di tutte le opere della sua collezione.
“Così come negli studi accademici, anche la collezione che Carlo Del Bravo mise insieme nel corso della sua vita, una delle più importanti donazioni ai musei fiorentini dal secondo dopoguerra, è il frutto di una vita all’insegna di passione del sapere e senso del bello, studi rigorosi e intense amicizie artistiche. – Commenta il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – Proprio questi valori hanno ispirato oggi l’atto di generosità compiuto dal suo allievo ed erede universale Lorenzo Gnocchi, che ha consegnato i tesori più preziosi, personali ed intimi del suo maestro al popolo italiano intero: si realizzano così la volontà e le speranze del testatario, con lungimiranza e vero amore filiale verso uno dei più grandi storici dell’arte che il secondo Novecento ha visto”.
“Carlo Del Bravo – aggiunge Lorenzo Gnocchi – ha consacrato l’intera sua esistenza alla bellezza portatrice di grandi pensieri, ed ha rappresentato una vera luce, negli studi, nell’insegnamento, come nelle amicizie. Egli ha profuso gran parte delle proprie, molte, forze umane ed intellettuali, con severità, ma anche con affettuosa partecipazione, con straordinaria chiarezza e lessicale elezione, e privilegiando una didattica seminariale; instaurava così con gli allievi vere amicizie fondate sull’intesa dei valori dell’arte e della bellezza: i corsi presentavano ogni anno argomenti nuovi e metodologicamente formativi, e le ‘Lezioni di lettura e attribuzione di opere d’arte’ dal XV al XXI secolo allargavano la conoscenza a quegli artisti che egli presentava in largo anticipo sui tempi della loro riscoperta, come, già dagli anni sessanta, i pittori scandinavi, gli “accademici” italiani ed europei dell’ottocento, le secessioni fotografiche, gli scultori figurativi fra le due guerre”.