ROMA – La VII edizione del Premio Graziadei per la fotografia, che sostiene e promuove i giovani talenti del ricco panorama della fotografia contemporanea in Italia, è stata vinta dalla fotografa veneta Rachele Maistrello. Il Premio è nato nel 2012 dall’iniziativa di Graziadei Studio Legale. Dal 2019 viene attribuito ogni anno a un autore under 35 ed è entrato a pieno titolo nella programmazione delle attività di fotografia del MAXXI.
La giuria di questa edizione, composta da composta da Armin Linke, Giovanna Calvenzi, Bartolomeo Pietromarchi, Margherita Guccione e Francesco Graziadei ha selezionato il progetto tra gli oltre 70 presentati, premiandolo per la peculiarità della proposta, per la maturità professionale raggiunta da questa giovane artista e per le grandi potenzialità di crescita e sviluppo del suo percorso in futuro.
La giuria ha scelto di premiare il progetto di Rachele Maistrello “per il suo uso multiforme del linguaggio fotografico, a tratti destabilizzante, e caratterizzato dall’originalità e ricchezza di contenuti e soluzioni formali in cui spaziare”.
Il progetto
Una fantomatica azienda di Pechino attiva negli anni Novanta, la Green Diamond appunto, è il teatro della storia d’amore tra Gao Yue, un’acrobata assunta per testare dei sensori capaci di captare e riprodurre emozioni e sensazioni, e Li Jian Ping, un operaio addetto alla pulizia.
Li Jian Ping colleziona e conserva testimonianze del loro amore e della vita quotidiana in azienda – email, video e fotografie -, per costruire un piccolo libro da regalare alla sua amata in occasione del loro primo anno di relazione.
Quando l’azienda chiude, tutta questa documentazione viene cancellata, ma Li Jian Ping ne conserva una copia, oggi raccolta e visibile nel sito https://greendiamond-beijing.com/
Che ne è stato della Green Diamond? I due protagonisti sono mai esistiti?
Il confine tra realtà e finzione è volutamente ambiguo e la veridicità del racconto non appare poi così remota, anche se l’ambientazione è lontana non solo nel tempo, ma anche geograficamente.
Il sito è un archivio, un labirinto, una sorta di moodboard per un film mai realizzato; è lo strumento attraverso cui immergersi in una fantascienza che, però, invece di raccontare il futuro, volge lo sguardo al passato, in bilico tra l’improbabile e il possibile.
Menzioni speciali
La giuria ha attribuito tre menzioni speciali ad altrettanti progetti molto diversi tra loro ma che si sono distinti per l’originalità nella ricerca e per l’urgenza delle tematiche affrontate: a Nicolò Panzeri per il progetto Feed Us, che si focalizza sull’industria alimentare italiana, a Marina Caneve per ‘Are They Rocks or Clouds?’, che affronta il tema delle catastrofi ambientali e a Emilio Vavarella per Double Blind, un lavoro sul rapporto tra immagini e memoria.