VENEZIA – Quello dell’artista belga, Julien Friedler, è sicuramente un talento visionario, caratterizzato da un’evidente capacità d’introspezione e di analisi minuziosa dell’animo e della condizione umana. Per questo la mostra “È finita la commedia”, ospitata nella Chiesa di San Samuele in Campo San Samuele a Venezia, gemma architettonica edificata attorno all’anno 1000, a due passi da Palazzo Grassi, è da considerarsi come una sorta di “viaggio per esplorare l’animo umano nella sua complessità atavica e universale.”
“L’arte di Friedler mette in moto sensazioni, relazioni, analisi, ed è concepita come azione inclusiva di tutte le espressioni vitali, derivino esse dalla propria esperienza o da quella altrui. – spiega la critica e curatrice Dominique Stella – La sua azione, di conseguenza, riveste molteplici aspetti e abbraccia vari campi, dalla letteratura alla filosofia, dall’analisi sociologica alle arti plastiche (pittura, scultura). Il suo linguaggio comporta una produzione pittorica generata dalla necessità creatrice, dal desiderio di trasmissione spontanea e viscerale, derivante dal «tentativo di scoprire ciò che costituisce l’essenza passionale delle persone».
Tre suggestive installazioni per offrire spunti di riflessione universali
La mostra, in qualche modo straniante e perturbante per lo spettatore, ma di sicura efficacia evocativa e comunicativa, si compone di tre suggestive installazioni accompagnate da una selezione di tele e fotografie. Ogni installazione sviscera una tematica che è complementare alle altre: il Dolore, la Malinconia e la Speranza.
L’insieme delle opere – sottolinea Stella – ha l’obiettivo di “offrire spunti di riflessione universali, invitandoci a scoprire noi stessi, e anche a prendere coscienza dell’altro.”
E non è, dunque, affatto casuale la scelta di intraprendere questa indagine all’interno di un edificio di culto.
La prima installazione, collocata nella navata di destra, dal titolo Les Innocents, evoca il concetto di prigionia. L’opera ricorda la dignità incomparabile di ogni bambino, mentre ogni giorno si rinnova il massacro degli Innocenti: la loro sofferenza vuole colpire la nostra coscienza insensibile, se non anestetizzata.
Les Pierrots, allestita nella navata di sinistra, propone una riflessione sul destino dell’uomo contemporaneo e sulla proiezione dell’immagine di una società disincarnata, persa e nostalgica. I pierrot di Friedler sono robot, simbolo di un’umanità meccanizzata, di una realtà del nostro mondo che mette in dubbio le nostre stesse capacità.
Troneggia nella navata centrale la suggestiva La Forêt des Âmes, simbolo di speranza e invito alla meditazione. Un’istallazione ambiziosa e partecipativa che genera risposte ad un questionario che ogni visitatore è invitato a compilare. Attraverso questo particolare progetto artistico, l’artista intende raccogliere i fremiti emersi dall’inconscio delle persone, proponendo sei domande fondamentali per l’essere umano. Le risposte raccolte, preziosamente conservate, costituiranno poi la sostanza stessa dell’opera: ogni colonna materializzerà un albero, e dalla moltiplicazione degli alberi emergerà una foresta. Quella “foresta di anime” di cui l’installazione in mostra è l’immagine.
Vademecum
23.04.2022 – 25.09.2022
CHIESA SAN SAMUELE
Campo San Samuele, 30124 Venezia (VE)
In contemporanea con la 59. Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia
Curatrice: Dominique Stella.
Produzione e organizzazione: Carlo Silvestrin, CD Studio d’Arte.
Orari: ore 10.00 – 18.00 (martedì – domenica). Ingresso libero.
Chiuso: lunedì.