MOSCA – Irina Antonova (Mosca, 1922), storica direttrice del Museo Pushkin di Mosca, si è spenta all’età di 98 anni. Era entrata al museo statale delle belle arti Pushkin come ricercatrice nel 1945, subito dopo la laurea all’Università di Mosca. Specializzata nell’arte italiana del Rinascimento, ne era diventata direttrice nel 1961.
In una intervista raccontò: “Poco a poco, il museo è diventato casa mia. Ho iniziato a immergermi nel mondo dell’arte che in precedenza conoscevo solo attraverso le riproduzioni. Ogni giorno non vedevo l’ora che le gallerie riaprissero”.
Nel 1974, era riuscita a portare la Gioconda in mostra al Museo. Quella fu l’ultima volta in cui il capolavoro sarebbe stato fatto uscire dalla Francia.
Nel 2013, dopo aver ingaggiato e perso una lotta contro l’Ermitage per riunire a Mosca tutte le opere degli impressionisti in Russia, e riaprire il Museo di stato per le arti moderne occidentali chiuso da Stalin nel 1948, Antonova era stata nominata curatrice di tutti i musei statali russi.
Il Presidente russo Putin, come riportato dal portavoce Dmitri Peskov, ha espresso le sue condoglianze alla famiglia, definendola una “storica dell’arte eccezionale“.
A ricordare la leggendaria direttrice è anche Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze, che commentandone la scomparsa, ha dichiarato: “Il mondo dell’arte e della cultura è in lutto per Irina Aleksandrovna Antonova, una tra i più grandi e rispettati museologi di tutto il Novecento e dei primi decenni del nostro secolo, studiosa ed esperta riconosciuta, a livello mondiale, non solo dell’arte moderna ma anche del Rinascimento italiano, che tanto amava”. “Ricordo con particolare nostalgia – ha raccontato Schmidt – le ore passate insieme durante la mostra ‘Raffaello, la Poesia del Volto’ al Museo Pushkin quattro anni fa: le sue osservazioni su dipinti anche notissimi riuscivano ad essere sempre nuove e illuminanti. E avevamo parlato di un suo auspicato viaggio in Italia circa un anno fa, quando la vidi per l’ultima volta, in margine al Forum culturale a San Pietroburgo. Donna di straordinaria cultura, cosmopolita – parlava le altre lingue europee senza accento – e di un’inesausta energia e tenacia anche nei suoi ultimi anni, Irina Aleksandrovna ha costruito la reputazione globale del Museo Pushkin da lei prima diretto e quindi presieduto, difendendo con patriottismo esemplare gli interessi della Russia e della sua città natale, Mosca”.
“Ci mancheranno i suoi consigli, le sue osservazioni, le sue idee e i suoi argomenti. E rimarrà sempre il suo esempio, non solo per ogni collega e direttore di museo, ma anche per ogni cittadino” – ha concluso Schmidt.