ROMA – E’ morto questa mattina a Roma lo storico e critico d’arte, Maurizio Calvesi, una delle più eminenti figure nel campo dell’arte a livello internazionale.
Nato a Roma il 18 settembre 1927, Calvesi frequenta fin dall’infanzia lo studio romano del pittore futurista Giacomo Balla, al piano superiore della sua abitazione in via Oslavia a Roma. Nel 1941, sollecitato dai colloqui con Balla, prende contatto con il padre del Futurismo Filippo Tommaso Marinetti ed entra a far parte del gruppo “Aeropoeti Sant’Elia”. Nel 1949 si laurea con lode in lettere e filosofia nell’Università di Roma, con una tesi su “Simone Peterzano” assegnatagli da Lionello Venturi, intraprendendo così i suoi primi studi sul Caravaggio. Frequenta poi Argan, che diviene il suo secondo maestro.
Tantissimi gli incarichi ricoperti nel corso degli anni, già a partire dal 1955 quando vince il concorso per ispettore nell’Amministrazione delle Belle Arti ed è assegnato alla Soprintendenza alle Gallerie di Bologna e dell’Emilia Occidentale. Nell’autunno del 1959 si trasferisce alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dove svolge il ruolo di vicedirettore (direttrice era Palma Bucarelli).
Nel 1969 vince il concorso universitario come professore ordinario di storia dell’arte e svolge il suo ruolo di docente nella Facoltà di Lettere di Palermo dal 1970 al 1977. Successivamente ricopre dapprima la terza cattedra di storia dell’arte moderna della Facoltà di Lettere dell’Università “La Sapienza” di Roma, quindi la prima cattedra nella stessa Facoltà dove è stato direttore dell’Istituto e poi del Dipartimento di Storia dell’Arte fino all’ottobre del 2002. Nel 2003 è nominato professore emerito presso la Facoltà di Lettere della “Sapienza”.
Dal 1979 al 1982 fa parte del Consiglio Direttivo della Biennale di Venezia, di cui dirige poi, il settore Arti Visive curando le Biennali del 1984 e del 1986. Dal 1992 al 2001 ricopre la carica di presidente del Comitato per i beni artistici e storici al Consiglio nazionale per i beni culturali, dirigendo, dal 1993 al 2000, il Museo laboratorio d’arte contemporanea dell’Università di Roma La Sapienza.
Dal 2005 al 2010 è direttore della Fondazione Mastroianni ad Arpino; poi consulente della Fondazione Marino Marini a Pistoia. Presiede il comitato scientifico dello “Studio Fabio Mauri” (Associazione per l’arte. Esperimento nel mondo).
Dal 2001 al 2013 cura la Collezione Farnesina, raccolta d’arte del XX secolo del Ministero degli Affari Esteri, e fino al 2014 presiede la Fondazione Burri.
Ha collaborato con numerose testate giornalistiche, tra il 1968 e il 1972 è stato titolare della critica del settimanale “L’Espresso” e tra il 1972 e il 1978 è titolare della critica d’arte del “Corriere della Sera”.
Ha inoltre diretto la rivista “Ars” e nel 1984 ha fondato la rivista mensile “Art e Dossier”, di cui è stato direttore scientifico fino al 1995. In gioventù è stato redattore della rivista quadrimestrale “Storia dell’Arte” fondata e diretta da Argan, per poi dal 1992 diventarne direttore.
Calvesi è stato il primo studioso italiano a mettere in luce, nel campo artistico, le componenti dell’ermetismo rinascimentale, a introdurre nella critica spunti della psicologia freudiana e junghiana e, con Eugenio Battisti, a introdurre fin dagli anni Cinquanta l’iconologia. All’inizio della sua carriera si è occupato dei fratelli Carracci, del Barocco leccese (1966) e di Caravaggio.
Ha promosso fin dal 1953 la rivalutazione del Futurismo con studi fondanti sull’insieme del movimento, su Marinetti e i singoli pittori. Ha seguito con assiduità l’arte della seconda metà del XX secolo, realizzando una militanza critica che si distingue per la continuità del lungo tragitto e la lucidità di indicazioni sempre tempestive e spesso in notevole anticipo.
È stato fra i primi ad interessarsi della neo-avanguardia e di artisti contemporanei come Afro Basaldella, Vasco Bendini, Alberto Burri, Mario Ceroli, Jannis Kounellis, Pino Pascali, Mario Schifano, Omar Galliani, Gian Ruggero Manzoni e Stefano Di Stasio.
Tra le sue numerose pubblicazioni si ricordano: “Le arti in Vaticano” (Skira, 1961); “Le incisioni dei Carracci” (Ceac, 1965); “Le due avanguardie. Dal Futurismo alla Pop Art” (Lerici Editori, 1966; seconda edizione Laterza, 1970); “Il Futurismo” (Fabbri Editori, 1970), “Alberto Burri” (Fabbri, 1971); “Duchamp invisibile. La costruzione del simbolo” (Officina Edizioni, 1975); “Avanguardia di massa” (Feltrinelli, 1978); “La Metafisica schiarita. Da De Chirico a Carrà. Da Morandi a Savinio” (Feltrinelli, 1982); “La melanconia di Albrecht Dürer” (Einaudi, 1993); “Piero della Francesca” (Mondadori, 1998); “Storia della seduzione” (Sellerio, 2000); “Tra aria e fuoco, in Umberto Buscioni. Quel che resta è la pittura” (Carlo Cambi Editore, 2008).