ROMA – Il progetto, inaugurato il 5 marzo scorso al Museo Egizio di Torino e nato dalla collaborazione tra il museo torinese, la soprintendenza di Pompei e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ripercorre l’incontro tra due culture lontane ma storicamente legate e connesse, attraverso il dialogo tra reperti egizi di epoca faraonica e opere di età ellenistico-repubblicana e imperiale che ne hanno accolto e riletto l’iconografia.
Per questa seconda tappa, a cura di Massimo Osanna e Marco Fabbri con Simon Connor, sono stati riaperti gli spazi recentemente restaurati della Palestra Grande, che accolgono statue monumentali raffiguranti Sekhmet, esaltate dall’allestimento di Francesco Venezia. Si tratta di riproduzioni della divinità egizia dalla testa leonina tutte appartenenti a uno dei periodi di massimo splendore della storia dell’antico Egitto: la XVIII dinastia (XVI-XIV sec. a.C.). Le imponenti sculture in granito, oltre a rappresentare il potere faraonico al tempo della XVIII dinastia, sono una testimonianza straordinaria del mondo della mitologia egizia.
Il percorso della mostra prosegue attraverso le sale con l’esposizione dei cosiddetti Aegyptiaca, manufatti e cimeli dell’antico Egitto usati in Campania, a partire dall’VIII sec. a.C., come amuleti. L’esposizione è arricchita anche da una video installazione di Studio Azzurro che evoca gli scambi culturali, religiosi ed economici intercorsi tra Pompei e l’Egitto dalla fine del II sec. a.C.
La visita si conclude con i frammenti di affreschi pompeiani, ma nel percorso, è possibile ammirare anche l’opera scultorea di Nunzio, “Senza titolo” (combustione su legno, 2015), simbolo della contemporaneità e del suo legame ininterrotto con l’antico.
Nell’area archeologica, si snoda invece un itinerario egizio: dal Tempio di Iside, cui è stata dedicata una app, alle numerose domus decorate con motivi egittizzanti. Il 28 giugno infine al Museo Archeologico di Napoli, inaugurerà la terza tappa del progetto, con l’apertura di una nuova sezione del percorso di visita delle collezioni permanenti.