IL CAIRO – Gli archeologi egiziani hanno scoperto, nel sito archeologico di Tuna al-Gebel, una copia del Libro dei Morti, un prezioso papiro risalente a 3.500 anni fa, lungo tra i 13 e i 15 metri.
Si tratta di un rinvenimento straordinario che getta nuova luce sulle antiche pratiche funerarie dei faraoni, rivelando incantesimi destinati a guidare i defunti nel loro viaggio nell’aldilà.
Il tesoro nascosto di Tuna al-Gebel
Il sito di Tuna al-Gebel, situato nell’Egitto centrale e risalente al periodo del Nuovo Regno (circa 1550-1070 a.C.), ha svelato una serie di tesori che testimoniano la ricchezza culturale e spirituale di quell’epoca.
Gli archeologi hanno rinvenuto mummie di notabili di alto rango, sontuosi sarcofagi di pietra, vasi canopi utilizzati per conservare le viscere dei defunti mummificati e migliaia di amuleti.
Tuttavia, sebbene la scoperta di un Libro dei Morti non sia eccezionale, Foy Scalf, egittologo dell’Università di Chicago, sottolinea quanto sia, invece, “molto raro” trovarne uno nella tomba in cui fu originariamente depositato. L’archeologa tedesca Lara Weiss afferma che la straordinaria lunghezza e lo stato di conservazione del papiro rendono la scoperta di notevole importanza e interesse.
Il viaggio nell’aldilà
Nell’antico Egitto, era consuetudine introdurre rotoli con “istruzioni” per il defunto all’interno dei sarcofagi, considerati una sorta di “assicurazione di viaggio” soprannaturale per il loro percorso nell’aldilà. Questi rotoli, conosciuti come Libro dei Morti, venivano incisi su papiri e collocati nelle tombe durante il Nuovo Regno.
Gli antichi egizi lo chiamavano il “Libro per lasciare il giorno”, che suggerisce la sua funzione di guida per attraversare la soglia tra il mondo dei vivi e quello dei defunti. Le pagine di questo prezioso documento contengono incantesimi e istruzioni dettagliate che dovevano accompagnare l’anima nel suo viaggio nell’aldilà, fornendo una mappa spirituale per affrontare le sfide e le prove che si presentavano.