PADOVA – Eve Arnold, nata Cohen, figlia di un rabbino emigrato dalla Russia in America, contende ad Inge Morath il primato di prima fotografa donna ad essere entrata a far parte della Magnum. Furono infatti loro due le prime fotografe ad essere ammesse nell’agenzia parigina fondata da Robert Capa nel 1947. Un’agenzia prima di loro, riservata solo a grandi fotografi uomini come Henri Cartier Bresson o Werner Bischof.
A questa grande fotografa statunitense, che ha saputo donare a un mestiere a lungo precluso alle donne un valore aggiunto del tutto personale, è dedicata la mostra “Tutto sulle donne”, a cura di Marco Minuz, ospitata nella Casa-Museo Villa Bassi, nel cuore di Abano Terme.
Si tratta della prima retrospettiva italiana ed è interamente centrata sui suoi celebri ed originali ritratti femminili.
Dalle donne afroamericane del ghetto di Harlem all’iconica Marylin Monroe, da Marlene Dietrich alle donne nell’Afghanistan del 1969, Eve Arnold è sempre riuscita a infondere nei suoi ritratti una intensità espressiva unica e potente, raggiungendo livelli straordinari.
A chiamare la Arnold in Magnum fu, nel 1951, Henri Cartier -Bresson, colpito dagli scatti realizzati nel quartiere afroamericano di Harlem, a New York. Quelle immagini, rifiutate in America per essere troppo “scandalose”, vennero pubblicate dalla rivista inglese Picture Post.
Nel 1952 la fotografa si trasferisce a Long Island, dove realizza uno dei reportage più toccanti della sua carriera: “A baby’s first five minutes”, raccontando i primi cinque minuti di vita dei piccoli nati al Mother Hospital di Port Jefferson. Nel 1956 si reca con un amica psicologa ad Haiti per documentare i segreti delle pratiche Woodoo.
Chiamata a sostituire il fotografo Ernst Haas per un reportage su Marlene Dietrich, inizia la frequentazione con le celebreties di Hollywood e con lo star system americano. Nel 1950 l’incontro con Marylin Monroe, inizio di un profondo sodalizio che fu interrotto solo dalla morte dell’attrice. Per il suo obiettivo Joan Crawford svela i segreti della sua magica bellezza. Nel 1960 documenta le riprese del celebre film ”The Misfits”, “Gli spostati”, con Marylin Monroe e Clark Gable, alla regia John Houston e alla sceneggiatura il marito dell’epoca di Marylin Arthur Miller.
Oltre a lavorare con le stelle del cinema, la Arnold si dedica anche ai reportage di viaggio in Paesi del Medio ed Estremo Oriente, tra cui Afghanistan, Cina e Mongolia.
Fra il 1969 e il 1971 realizza il progetto “Dietro al velo”, che diventa anche un documentario, testimonianza della condizione della donna in Medio Oriente.
La Arnold così definì la figura del fotografo: «Paradossalmente penso che il fotografo debba essere un dilettante nel cuore, qualcuno che ama il mestiere. Deve avere una costituzione sana, uno stomaco forte, una volontà distinta, riflessi pronti e un senso di avventura. Ed essere pronto a correre dei rischi.»
La mostra sarà aperta al pubblico dal 17 maggio all’8 dicembre 2019.