ROMA – Dopo l’iniziativa “Farnesina Porte Aperte” che permetterà al grande pubblico di visitare gratuitamente dall’11 al 13 maggio il piano nobile del Ministero degli Affari Esteri, in cui sono allestite alcune fra le opere più significative della Collezione Farnesina, le opere della collezione di arte contemporanea sono state digitalizzate saranno quindi accessibili e rese fruibili su internet sulla piattaforma del Google Cultural Institute.
La prima fase dei lavori ha portato alla digitalizzazione di 176 opere, a cui si aggiungeranno, nel corso dei prossimi mesi, tutte le restanti opere della Collezione. Tra le più significative già online: Afro, Le città d’America (1952), Fabio Mauri, Schermo (1972), Michelangelo Pistoletto, L’Etrusco (1976), Carla Accardi, Si dividono invano (2006). Sarà possibile effettuare un tour virtuale a 360 gradi grazie alla tecnologia di Google Street View, che comprende l’Atrio d’ingresso, l’Atrio d’Onore, il Salone d’Onore, la Sala Mosaici, il corridoio del Cerimoniale, la Sala Mappamondi, la Sala de Grenet, la Sala Forma 1, il corridoio della Segreteria Generale e la Galleria Vetrata. Il percorso permette di apprezzare le opere più significative della Collezione, ripercorrendo alcuni momenti fondamentali della storia dell’arte del Novecento italiano.
Il nuovo segretario generale della Farnesina, Elisabetta Belloni rispetto a questa iniziativa ha dichiarato: “Farnesina Porte Aperte è un momento di apertura del palazzo al pubblico offrendo ciò che di meglio raccoglie dal punto di vista artistico ma anche diapportare innovazioni”. “Quest’anno – ha sottolineato Belloni – l’elemento che caratterizza di più l’evento sono le espressioni innovative: i 150 anni delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone, la giornata della Trasparenza e il momento artistico, ma anche l’innovazione tecnologica grazie alla collaborazione con il Google Cultural Institute”.
Mentre il direttore di di Public Policy, Google Cultural Institute e Google Italia, ha rimarcato: “il ministero è la prima istituzione politica in Italia ad aprire le sue porte, spero che ve ne saranno altre”. “Le opere della collezione sono digitalizzate e spiegate in modo che il visitatore online possa muoversi ‘fisicamente’ attraverso l’esposizione”.