FIRENZE – Le Gallerie degli Uffizi di Firenze hanno annunciato la stipula di un accordo con la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino su base triennale, che darà il via a una serie di attività integrate e condivise che mirano anche alla promozione e valorizzazione dei rispettivi patrimoni culturali, di risorse umane e di idee. Il comune percorso di progettazione prevede la programmazione estiva nel Cortile dell’Ammannati di Palazzo Pitti, ovvero la rappresentazione di opere e l’esecuzione di concerti sinfonici nel periodo estivo, e per giunta la programmazione annuale di appuntamenti musicali negli spazi delle Gallerie come la Sala Bianca o l’ex-chiesa di San Pier Scheraggio, agli Uffizi.
Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie ha spiegato: “Così come la settimana scorsa abbiamo riportato la moda a Palazzo Pitti, dove esordì nel 1951, adesso proseguiamo nel recupero della storia restituendo alla lirica proprio il palazzo dove, al tempo dei Medici, è nato il melodramma. Sia con la moda, sia con la musica, renderemo ancor più vivi e vivaci questi spazi museali che tutto il mondo ci invidia”. “Un accordo tra di noi di importanza cruciale – ha aggiunto Francesco Bianchi, Sovrintendente della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino – e che dà sostanza a una collaborazione strategica tra le nostre due istituzioni; un accordo, inedito rispetto al passato, che offrirà occasioni uniche e preziose di alto profilo e valore culturale a beneficio del pubblico sia del Teatro dell’Opera che delle Gallerie”.
La musica (unitamente al teatro) e Palazzo Pitti costituiscono i punti cardine cui si lega la nascita del melodramma. In occasione delle nozze di Maria de’ Medici, figlia di Francesco I, con Enrico IV di Francia, il 6 ottobre 1600, infatti, una sala di Palazzo Pitti fu presentato Euridice, melodramma su versi sempre di Rinuccini e musicato da Peri. In effetti il Cortile di Palazzo Pitti nel 1589 aveva già ospitato la Naumachia, battaglia tra 18 galee turche e cristiane di varie dimensioni e forme che si affrontarono in un bacino d’acqua artificiale.
Tuttavia a seguire gli spettacoli – di qualsiasi genere tra lirica, balletto, sinfonica, cameristica – hanno avuto sempre più in Palazzo Pitti e nel Giardino di Boboli dei palcoscenici privilegiati. Alcuni spettacoli poi sono addirittura passati alla storia, come la shakespeariana Tempesta messa in scena presso la Vasca dei cigni del Giardino di Boboli da Giorgio Strehler per il Maggio Musicale del 1948; l’anno successivo toccò a Luchino Visconti firmare la regia di Troilo e Cressida (con scene di Franco Zeffirelli) sempre in Boboli. Lo stesso regista milanese nel 1967 diresse Egmont di Wolfgang Goethe nel Cortile di Palazzo Pitti ed entrambe le opere furono celebrate nell’estate del 2006 (a cento anni dalla nascita di Visconti) con una mostra nella Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti. Il ricordo più indelebile è legato al Maggio del 1951 – tra l’altro l’anno che lega la nascita della moda a Palazzo Pitti – quando, in giugno, Herbert Graf mise in scena, sempre vicino la Vasca dei cigni di Boboli, l’Oberon di Weber, opera durante la quale il soprano Teresa Stich-Randall prima nuotava nella vasca (erano i tempi d’oro dei film di Esther Williams) verso l’isoletta, per poi uscire dall’acqua e cantare la sua parte.
In anni più recenti non si può scordare l’ultima grande rappresentazione lirica in Boboli, The Fairy Queen di Purcell, con la regia di Luca Ronconi e fortemente voluta nel cartellone del Maggio del 1987 dall’allora Direttore artistico, Bruno Bartoletti.