FIRENZE – Il patrimonio artistico degli Uffizi e di Palazzo Pitti si arricchiranno di ulteriori opere, grazie alla volontà di Marco Chiarini, ex direttore della Galleria Palatina di Palazzo Pitti, di recente scomparso, che ha lasciato scritto nel suo testamento di voler donare quattro opere. Il primo lascito, destinato alla Galleria Palatina, riguarda Paesaggio con pastori di Claude Lorrain, artista francese del XVII secolo, attivo soprattutto a Roma e dedito principalmente ai paesaggi. Un secondo lascito è invece destinato al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, al quale Chiarini ha deciso di donare due opere su carta. Per quanto concerne la prima si tratta di un’opera che raffigura Galera ed è un lavoro attribuito a Pietro da Cortona, artista toscano attivo nel XVII secolo le cui opere si trovano in tutti i più famosi musei mondiali. Probabilmente il disegno è un bozzetto preparatorio per l’affresco centrale dipinto nella sala della grotta semi-ipogea detta della Muletta, a Palazzo Pitti, scoperta proprio da Marco Chiarini già nel 1967 e restaurata nei primi anni Duemila. La seconda opera raffigura Santo Stefano Rotondo e acquedotto di Nerone di Roma. L’opera è di Alessio de Marchis, artista napoletano di nascita ma attivo nel XVIII secolo soprattutto a Roma e Urbino, specializzato in paesaggi e influenzato dall’opera sia di Salvator Rosa sia di Lorrain. Proprio a Chiarini si deve la ricostruzione dell’attività grafica di questo artista, in un articolo del 1967 che rimane un caposaldo negli studi sull’argomento. Infine l’ultimo lascito riguarda la Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti e anche in questo caso si tratta di un disegno. Ritratto di Piero Chiarini, è il titolo dell’opera in questione, un lavoro di Adriano Cecioni, firmato e datato 1882. Secondo quanto riporta l’iscrizione sul retro, il personaggio, peraltro avo di Marco Chiarini, fu «specialista di oculistica, primario dell’Ospedale di S. Giovanni a Roma, dove morì negli anni Cinquanta del XX secolo. Era nato intorno agli anni Sessanta del XIX secolo». Il neodirettore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt commentando questo lascito, ha affermato: «Ancora una volta possiamo beneficiare della suprema generosità e dedizione di Marco Chiarini verso i musei fiorentini e con queste opere è come se egli ci offrisse ancora la sorpresa di qualche sua scoperta scientifica». Marco Chiarini, romano d’origine, ma vissuto a Firenze fin dal 1964, è stato un grande storico dell’arte che si è distinto per vastità d’interessi, per qualità e originalità della ricerca, per importanza ed efficacia dei risultati. È proprio grazie al suo lavoro, svolto sempre con passione e grandissima professionalità, che la la Galleria Palatina, e con essa tutto il complesso di Pitti e Boboli, si è fatta conoscere ed apprezzare a livello internazionale. Da ricordare infine le sue numerosissime pubblicazioni, grazie anche alle quali il Ministero per i Beni Culturali gli ha conferito la medaglia d’oro.
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