AOSTA – Questa è pittura al Forte di Bard, a partire dal 30 novembre, è un’intensa ricognizione della forza espressiva dell’artista veneziano Emilio Vedova. Curata da Gabriella Belli e promossa in collaborazione con Fondazione Emilio e Annabianca Vedova e 24 Ore Cultura, l’esposizione pone al centro il linguaggio pittorico di Vedova, lontano dalle letture politiche per concentrarsi su un’espressione pura e travolgente. Con oltre trentuno dipinti e ventidue opere su carta, la mostra diventa un itinerario di scoperta nel colore, nel gesto e nella materia di uno dei maggiori esponenti dell’arte informale europea.
L’impatto dell’arte di Vedova: tra dissidenza e creatività
Emilio Vedova ha trasformato il suo impegno sociale e politico in un linguaggio artistico distintivo, colmo di energia e ribellione. Autodidatta e anticonformista, l’artista veneziano ha sempre rifiutato la rappresentazione realistica, optando per un’astrazione carica di tensione esistenziale. Le sue opere, tra cui i celebri Plurimi, risuonano come potenti dichiarazioni visive, frammenti di una realtà universale. L’inquietudine e il pathos che emergono dai suoi dipinti offrono al visitatore una finestra sull’interiorità di Vedova, che nelle sue tele mescola il furore e la poesia, l’impegno civile e la libertà creativa.
Otto tappe di scoperta
L’allestimento della mostra Questa è pittura si articola in otto sale, ognuna delle quali esplora un aspetto fondamentale del percorso creativo di Emilio Vedova. Ecco alcune delle sezioni principali:
• Nascita di un pittore. I Maestri: questa sala introduce la formazione artistica di Vedova, fortemente influenzata dall’amore per i grandi veneziani del passato, come Tintoretto e Tiepolo. Qui si scorgono i primi segni di quella ribellione espressiva che, più avanti, darà vita al suo inconfondibile stile astratto.
• Cercare una via: la lezione cubista si fa strada nell’arte di Vedova, che si cimenta con forme geometriche e costruttiviste, testando la sintesi tra struttura e colore.
• Astrazione per sempre: in questa sala, il visitatore incontra opere di puro astrattismo, dove l’artista abbandona definitivamente la geometria per abbracciare la libertà del gesto. È l’inizio di un viaggio pittorico in cui materia e colore diventano gli unici protagonisti.
• Occupare lo spazio: qui, l’artista supera i limiti della tela tradizionale con i suoi celebri Plurimi. Le opere si staccano dal muro, si moltiplicano in forme tridimensionali e invadono lo spazio circostante.
• Lasciare libero il segno: nella quinta sala, il segno di Vedova si fa energico, vitale. L’osservatore può seguire la forza creativa dell’artista nelle opere su carta e nelle piccole tele, scoprendo come ogni tratto nasconda una carica di tensione emotiva e simbolica.
• Come se questo dolore fosse insopportabile: in questa sezione, emerge il lato più drammatico e “tragico” della poetica di Vedova. Le opere esposte trasmettono l’urgenza di un linguaggio pittorico che affonda nel dolore e nella fragilità dell’esistenza umana.
• Vertigine Piranesi: il richiamo a Piranesi è un omaggio alla visione vertiginosa e allucinata della realtà, con opere che evocano un mondo in tensione tra ordine e caos, tra realtà e incubo, in cui il colore diventa struttura architettonica.
• Circolare infinito: al centro della stanza, tre grandi Tondi appaiono come una sfida visiva e formale. La circolarità, simbolo di eternità e perfezione, diventa per Vedova un pretesto per testare i limiti della forma, rompendo convenzioni e creando nuove prospettive.
Questa è pittura esplora quel “cortocircuito” tra realtà e verità, bene e male, che Vedova ha sempre messo in luce con un astrattismo unico, capace di furore e potenza visiva. «Questa esposizione – commenta la curatrice Gabriella Belli – riporta Vedova in Valle d’Aosta a quasi cinquant’anni dalla mostra “Emilio Vedova. Grafica e didattica” del 1975. Oggi, attraverso un un itinerario di approfondimento del suo lavoro diviso in otto tappe, che corrispondono a momenti in cui lo sforzo creativo si dibatte attorno a questioni esistenziali».
Ornella Badery, Presidente dell’Associazione Forte di Bard, aggiunge: «Il progetto su Emilio Vedova arricchisce il programma culturale del Forte di Bard, contribuendo al nostro viaggio tra i grandi maestri del ’900 italiano. La potenza espressiva dell’artista unita ad un forte impegno civile, fanno dell’arte di Vedova una delle più rappresentative della corrente dell’informale con opere di grande impatto che ben si sposano con la severa architettura del Forte di Bard».
Alfredo Bianchini, Presidente della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, osserva: «Il rifiuto di Vedova per il realismo è una scelta esistenziale coraggiosa nella meditata convinzione che il suo messaggio dovesse essere unico e, al tempo stesso, comprensibile da tutti indipendentemente dalle provenienze»
Vademecum
Emilio Vedova
Questa è pittura
a cura di Gabriella Belli
Forte di Bard. Valle d’Aosta
30 novembre 2024 – 2 giugno 2025
Orari
Martedì-venerdì 10.00 / 18.00
Sabato, domenica e festivi 10.00 / 19.00
Lunedì chiuso
Tariffe
Intero 12,00 euro | Ridotto 10,00 euro (over 65) | Ridotto 6,00 euro (19-25 anni)
Gratuità: possessori Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta e Abbonamento Musei Lombardia Valle d’Aosta; Membership Card Forte di Bard; minori di 18 anni.
Informazioni
Associazione Forte di Bard
T. + 39 0125 833811 | info@fortedibard.it | www.fortedibard.it