ROMA – In occasione della presentazione a Roma del nuovo allestimento delle Gallerie Barberini e Corsini, il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini ha annunciato l’intenzione di introdurre un biglietto a pagamento per il Pantheon. “Penso che entro questa legislatura il Pantheon sarà visitabile pagando un biglietto, magari anche basso” ha detto il ministro.
La proposta in questi giorni ha innescato ovviamente una serie di polemiche e discussioni per cui secondo alcuni sarebbe giusto far pagare un ticket, mentre secondo altri, trattandosi per altro di un luogo di culto, questa ipotesi risulta totalmente inammissibile e inaccettabile. E di fatto lo stesso Franceschini ha ammesso che una decisione del genere richiederebbe comunque accordi con la Chiesa, aggiungendo però: “Siamo a buon punto con i rapporti con la Chiesa si può fare come in altri luoghi di culto d’Italia e cioè far convivere la visita dei turisti con le celebrazioni per i fedeli”. D’altra parte Franceschini ha anche sottolineato che, in considerazione dell’alto numero di persone che ogni anno visita il monumento, il ricavato dal pagamento di un biglietto potrebbe essere utile per realizzare degli interventi sulla struttura e potranno confluire “nel fondo di solidarietà, come fanno il Colosseo e tutti gli altri musei”, che vi versano il 20 per cento degli incassi – ha aggiunto il ministro. Insomma su questa vicenda si è aperto un dibattito al punto che il quotidiano “La Repubblica” ha proposto un sondaggio per sapere cosa ne pensano i cittadini.
Nel frattempo anche il vicesindaco e assessore alla Cultura, Luca Bergamo, intervistato da Radio Roma Capitale, si è espresso sulla vicenda, ribadendo di non essere affatto d’accordo con la proposta del ministro. Bergamo ha infatti spiegato: “Facendo una iperbole è come se mettessimo un cancello in piazza del Colosseo per accedere al monumento, così noi raccogliamo i biglietti delle persone che vogliono andare al Colosseo. I romani conoscono e vivono il Pantheon come uno spazio della vita”. Per il vicesindaco “sottrarre dal godimento questi luoghi è un danno a ciascuno di noi. Nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, – ha aggiunto Bergamo – che è la più alta espressione della cultura occidentale sui diritti umani, all’articolo 27 c’è scritto che tutti hanno il diritto di godere della cultura e dei benefici dei progressi della scienza. Se si chiude, questo ‘tutti’ scompare. Non si può chiudere”, ha concluso quindi il vicesindaco.