FIRENZE – La sessione ministeriale del primo G7 Cultura della storia, promosso dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini a esordio dell’agenda G7 dell’Italia, si è concluso con la firma della dichiarazione di Firenze da parte dei Ministri e degli altri rappresentati della Cultura dei sette Paesi. “Un onore che questo sia avvenuto su impulso italiano” ha sottolineato il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini.
Il documento è stato siglato il 30 marzo nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, alla presenza del Commissario Europeo Tibor Navracsis e del Direttore Generale UNESCO Irina Bokova, da David Bruce Wharton (USA), Karen Anne Bradley (UK), Maria Bhömer (Germania), Audrey Azoulay (Francia), Mélanie Joly (Canada), Ryohei Myata (Giappone) e Dario Franceschini (Italia). La dichiarazione di Firenze condanna la distruzione del patrimonio culturale e chiama la comunità internazionale a un maggiore impegno nel contrasto al traffico illegale di beni culturali e nelle azioni di tutela per la salvaguardia di siti archeologici, monumenti, opere d’arte, beni librari e archivistici nelle zone belliche, come previsto dalla risoluzione 2347/2017 appena approvata all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU. La dichiarazione si conclude con l’incoraggiamento alle future presidenze del G7 di organizzare vertici dei ministri della cultura e delle organizzazioni internazionali.
Ecco il testo della “Dichiarazione di Firenze”:
Noi, i Ministri della Cultura e le autorità in materia di cultura partecipanti al G7, in occasione del nostro primo incontro, tenutosi a Firenze il 30 e il 31 marzo 2017, riconoscendo sia il ruolo distintivo della cultura come strumento di dialogo tra i popoli, sia l’importanza di un’azione comune e coordinata per rafforzare la tutela del patrimonio culturale, dichiariamo quanto segue:
Consapevoli dell’importanza di una azione internazionale concertata nel settore della tutela del patrimonio culturale e, in questo contesto, elogiando la recente approvazione da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite della Risoluzione 2347 (2017);
Prendiamo atto della Dichiarazione di Milano adottata il 31 luglio 2015, in occasione della riunione dei Ministri della Cultura dei Paesi partecipanti alla Expo 2015, e della Dichiarazione di Abu Dhabi, resa durante la Conferenza per la tutela del patrimonio culturale a rischio, il 2-3 dicembre 2016;
Ribadiamo la nostra convinzione che il patrimonio culturale, in tutte le sue forme, materiale e immateriale, mobile e immobile, quale nesso straordinario tra il passato, il presente e il futuro dell’umanità:
a) contribuisce a preservare l’identità e la memoria dei popoli e favorisce il dialogo e lo scambio interculturale tra tutte le Nazioni, alimentando la tolleranza, la mutua comprensione, il riconoscimento e il rispetto delle diversità;
b) è uno strumento importante per la crescita e lo sviluppo sostenibile della società, anche in termini di prosperità economica; ed
c) è al contempo motore e oggetto delle più avanzate tecnologie, nonché uno dei principali ambiti in cui misurare le potenzialità e le opportunità offerte dall’era digitale;
Esprimiamo profonda preoccupazione per i sempre maggiori rischi – derivanti non solo da attacchi terroristici, conflitti armati e calamità naturali, ma anche da razzie, saccheggi e altri crimini perpetrati su scala globale – per il patrimonio culturale e le istituzioni e i beni che ne sono espressione, quali musei, monumenti, siti archeologici, archivi e biblioteche;
Esprimiamo altresì la nostra profonda preoccupazione per la distruzione di siti culturali, perché tali azioni cancellano un patrimonio insostituibile, sopprimono l’identità delle comunità e rimuovono ogni traccia di diversità del passato e di pluralismo religioso;
Affermiamo la necessità di promuovere una efficace attuazione degli strumenti di diritto internazionale esistenti per la tutela del patrimonio culturale mondiale;
Rivolgiamo un ulteriore appello agli Stati affinché agiscano sia per incrementare la propria azione di tutela e conservazione del patrimonio culturale, ivi incluso il patrimonio delle minoranze religiose ed etniche, sia per individuare e condividere le migliori pratiche atte a contrastare ogni forma di attività illecita in questo ambito, comprese le pratiche relative alla tutela del patrimonio a rischio in zone di conflitto;
Affermiamo altresì che una effettiva collaborazione a livello internazionale agevola soluzioni condivise per assicurare la tutela e la promozione del patrimonio culturale e delle diversità culturali;
Rivolgiamo appello alle Nazioni Unite, in particolare all’UNESCO e alle altre organizzazioni internazionali di settore, affinché rafforzino, all’interno dei rispettivi mandati, le proprie attività di tutela del patrimonio culturale e continuino tali attività in modo coordinato, anche mediante iniziative adottate in seno alle Nazioni Unite, consapevoli della sopra citata Risoluzione del Consiglio di Sicurezza 2347 (2017), che possano includere, laddove appropriato e caso per caso, su autorizzazione del Consiglio medesimo, una componente dedicata alla tutela del patrimonio culturale nelle missioni di sicurezza e di mantenimento della pace;
Esprimiamo il nostro fermo sostegno al ruolo dell’UNESCO nel promuovere la tutela e la conservazione del patrimonio culturale, nella consapevolezza che la cooperazione e il dialogo sono essenziali per ogni impegno diretto a contrastare l’estremismo violento e la radicalizzazione che conduce alla violenza; a tal riguardo, diamo il benvenuto alle azioni già avviate, come la campagna «Unite4Heritage», e prendiamo atto della Strategia per rafforzare l’azione dell’UNESCO per la tutela della cultura e la promozione del pluralismo culturale in caso di conflitto armato e la definizione di un Piano di Azione per renderla operativa;
Affermiamo il ruolo guida dell’UNESCO nel coordinare gli impegni internazionali all’interno del suo mandato di tutela del patrimonio culturale, in stretta collaborazione con gli Stati membri e le pertinenti organizzazioni internazionali;
Rivolgiamo appello a tutti gli Stati affinché adottino misure robuste ed efficaci per contrastare il saccheggio e il traffico di beni culturali dal loro luogo di origine, in particolare dai Paesi in situazione di conflitto o di lotte intestine, identifichino e vietino il commercio di beni trafugati che siano stati illecitamente portati oltre i confini e, laddove appropriato, rafforzino il monitoraggio dei porti franchi e delle zone di libero scambio; affermiamo altresì che forme di collaborazione più intense tra le autorità giudiziarie e di polizia e azioni risolute da parte delle stesse sono un elemento cruciale per i nostri continui sforzi nel tutelare e proteggere il patrimonio culturale nel mondo;
Esortiamo tutti gli Stati a dare la precedenza alla tutela e alla fruizione del patrimonio culturale, anche tramite campagne di sensibilizzazione del pubblico e l’educazione, allo scopo di preservare la memoria del passato per le future generazioni, di promuovere lo sviluppo della cultura e di favorire il dialogo interculturale e la pace tra le Nazioni;
Salutiamo la designazione del 2018 quale Anno europeo del patrimonio culturale, con le opportunità che offrirà per la tutela e la valorizzazione del patrimonio mondiale, come esempio positivo di una iniziativa di sostegno ai principi espressi da questa Dichiarazione;
Sottolineiamo il ruolo delle relazioni culturali nel promuovere la tolleranza verso le diversità di cultura e di religione e la mutua comprensione tra i popoli, ed incoraggiamo tutti i Paesi a dare opportunità agli scambi interculturali nello spirito della reciprocità e del mutuo beneficio, anche in occasione di grandi eventi internazionali, come le Esposizioni universali o i Giochi olimpici e paraolimpici;
Esortiamo le prossime Presidenze del G7 a organizzare ulteriori riunioni dei Ministri della Cultura per monitorare lo stato di avanzamento dei nostri impegni.