FIRENZE – Si è aperta ufficialmente a Firenze la settimana del G7 della Cultura, con la presentazione del sindaco Dario Nardella della ricostruzione dell’Arco di Palmira, distrutto dai miliziani dell’Isis nel 2015 in Siria, in Piazza della Signoria.
Dopo l’esposizione a Londra, New York e Dubai, la riproduzione dell’Arco è ora esposta nel capoluogo toscano. ”Con questo simbolo – ha detto Nardella- vogliamo inviare un messaggio al mondo di pace e di cultura. Con la pace e con la cultura vogliamo promuovere una vera resistenza contro il terrorismo e la violenza”. ”Noi dedichiamo il G7 della Cultura che per la prima volta in assoluto si svolge a Firenze – ha aggiunto Nardella – all’uomo, alla cultura e al dialogo tra le culture. Da oggi Firenze con la sua arte e la sua cultura, spalanca le porte al mondo intero”. Il sindaco di Firenze ha dato inoltre il benvenuto ”alle migliaia di cittadini e di turisti che nei prossimi giorni passeranno attraverso l’Arco, un passaggio che assume anche un valore simbolico”. Alla cerimonia era presente anche Roger Michel, direttore esecutivo dell’Institute for digital Archeology di Oxford che ha supervisionato il progetto della ricostruzione dell’Arco. ”Oggi e sempre siamo tutti siriani”, ha affermato l’archeologo inglese.
L’Arco è una riproduzione perfetta dell’originale, realizzata grazie alle nuove tecnologie nell’ambito del progetto “The Million Image Database” per la tutela e la salvaguardia del patrimonio culturale mondiale, promosso da The Institute for Digital Archaeology in collaborazione con Unesco, Università di Oxford, Museo del Futuro di Dubai e governo degli Emirati Arabi Uniti.
Si tratta di un’operazione di rilievo internazionale che nasce in Toscana: la copia dell’Arco di Palmira è stata infatti realizzata da Torart, un’azienda di Carrara guidata da due giovani imprenditori, Giacomo Massari e Filippo Tincolini, e specializzata in scultura, arte contemporanea e design, nell’applicazione delle nuove tecnologie nella lavorazione del marmo, in pietre e materiali duri di diversa natura. Attraverso un approccio non invasivo, la tecnologia usata da Torart può essere applicata al mondo del restauro, offrendo la possibilità di riprodurre delle opere fino nei minimi dettagli e in modo che la lavorazione rimanga sostenibile e rispettosa nei confronti del materiale originario, del valore storico e del patrimonio culturale a cui appartiene.