ROMA – Un pomeriggio in compagnia delle artiste del passato è stato in programma il 31 maggio nel chiostro-giardino della romana Galleria comunale di arte moderna. Lucia Poli ha letto alcuni brani dal libro “Protagoniste” di Valeria Moretti. Il testo si compone di tre “ritratti” ognuno dei quali è dedicato ad un’artista donna di nazionalità diversa e ognuna vissuta in epoche differenti: Artemisia Gentileschi, Elisabeth Vigée Le Brun, Frida Kahlo.
Un filo rosso lega queste tre pittrici: un trionfante protagonismo, un’esistenza singolare segnata da un avvenimento drammatico e una sofferta ricerca artistica al culmine di un momento storico sensazionale. Sullo sfondo la Roma barocca, la Rivoluzione francese, il Messico di Emiliano Zapata. Oggetto iconografico per eccellenza, per i tre ritratti, la superficie dello specchio dentro la quale – come racconta Valeria Moretti – realtà e fantasia si sovrappongono e si confondono.
Artemisia Gentileschi romana, caravaggesca, 1600. Bella e fiera di sé, fu al centro di un processo per stupro perché violentata da un amico del padre. Dipinse “Giuditta che scanna Oloferne” caricandola di una voluttuosa e ancor oggi, insuperata ferocia.
Elisabeth Vigée Le Brun francese, pittrice di Corte, fine 1700. Seducente ed ambiziosa riesce a diventare la pittrice prediletta di Maria Antonietta fissandone il ricordo proprio alla vigilia della Rivoluzione.
Frida Kahlo messicana, affascinante moglie di Diego Rivera, morta nel 1954. Rimasta vittima giovanissima di uno spaventoso incidente stradale, segue ostinatamente il tracciato delle proprie ossessioni consegnando allo sguardo altrui, con spavalda ed erotica visione, l’immagine del proprio corpo ferito.
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