NAPOLI – Alla fine dell’Ottocento si vive in Europa la stagione dell’Art Nouveau e il processo di sviluppo avviato dalle grandi Esposizioni nazionali e internazionali, insieme all’affermazione di una borghesia imprenditoriale, trasformano radicalmente le città italiane.
La novità del nuovo stile – in Italia detto Liberty – contagia Napoli, città in via di rinnovamento che vuole lasciarsi alle spalle gli anni del colera. Leggi speciali finanziano l’ampliamento urbano, il risorgimento economico e l’industrializzazione riscattano l’immagine della città: è la Belle Époque e un fiorire di progetti che rese Napoli una metropoli moderna e cosmopolita sin oltre la fine della Grande Guerra.
Napoli matura un processo di modernizzazione che alimenta un rinnovato dialogo tra intellettuali, giornalisti, scrittori e politici. L’istituzione della ‘conferenza’ è una novità per la nuova borghesia della città, impegnata a divulgare i valori della cultura, delle scienze, delle arti in circoli, teatri, caffè, librerie e case editrici.
L’originalità dell’arte modernista a Napoli, nel periodo che va dal 1889 al 1915, sono al centro della mostra “Napoli Liberty. N’aria ‘e primmavera” alle Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano, dal 25 settembre 2020 al 24 gennaio 2021.
Sono oltre 70 le opere in esposizione, tra dipinti, sculture, oggetti preziosi di oreficeria e della lavorazione delle pietre dure ma anche grafica e manifesti pubblicitari.
Il percorso della mostra è in perfetta armonia con il Palazzo, ristrutturato negli anni Venti del Novecento, con decorazioni in stile Liberty.
La rassegna apre con una sala dedicata ai dipinti del soggiorno a Napoli di Felice Casorati, che prese parte alle prime esperienze dell’avanguardia secessionista, appoggiando le iniziative delle mostre giovanili.
Uno spazio rilevante viene riservato alle arti applicate che, durante la stagione del Liberty, s’integra con le arti maggiori in una prospettiva di produzione moderna nella nuova era del consumo. In esposizione La fontana degli Aironi (1887), di Filippo Palizzi, anticipatore in tale ambito artistico che seppe infondere alle generazioni successive le basi di un decisivo rilancio nel campo delle manifatture.
La celebre Scuola d’arte di Sorrento con la sua produzione dei mobili ad intarsio, sarà rappresentata in mostra con due opere di Almerico Gargiulo, un maestro-intagliatore che intarsiava il legno seguendo linee tondeggianti, alla maniera di Carlo Bugatti.
Saranno esposte anche manifatture di altissimo pregio, nel settore dell’oreficeria preziosa e delle manifatture delle pietre dure (corallo, madreperla e tartaruga), genere in cui Napoli diviene prima in Europa.
Qui si potranno ammirare i gioielli di Emanuele Centonze, Gaetano Jacoangeli e Vincenzo Miranda, famosi in tutta Europa per diademi, spille, fermagli dalle infinite varianti. Sarà rappresentata anche la Scuola del Corallo di Torre del Greco, distintasi per una lavorazione raffinata, eclettica e moderna delle pietre dure, applicata ad oggetti di valore funzionale, molto richiesti dal mercato, quali bottoni, portagioie e pettenesse.
In questa sezione è centrale il dipinto Seduzioni (1906), di Vincenzo Migliaro, immagine guida della mostra, il cui soggetto è una vetrina della gioielleria Jacoangeli, dove si scorge una figura femminile che lascia trapelare la sua intensa emotività davanti a quegli oggetti del desiderio.
Chiude la mostra una sezione dedicata ai manifesti e alla grafica pubblicitaria, in cui Napoli è tra i maggiori centri italiani.
Il catalogo della mostra, di Edizioni Gallerie d’Italia | Skira, contiene i saggi dei curatori e un testo di Renato de Fusco, celebre autore del libro Il Floreale a Napoli, edito nel 1956.
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Vademecum
Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano – via Toledo 185, Napoli
Ingresso
Biglietto: intero 5 euro, ridotto 3 euro.
Gratuito per convenzionati, scuole, minori di 18 anni, clienti e dipendenti del Gruppo Intesa Sanpaolo.
Prenotazione obbligatoria per i gruppi e le scuole.
Numero verde 800.454229| info@palazzozevallos.com | www.gallerieditalia.com