REGGIO EMILIA – Dal 26 aprile al 9 giugno 2024, Reggio Emilia ospita la XIX edizione di Fotografia Europea. Organizzato dalla Fondazione Palazzo Magnani e dal Comune di Reggio Emilia, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, il festival torna ad osservare i cambiamenti della contemporaneità attraverso gli occhi di grandi fotografi e di giovani esordienti.
“La rassegna di Reggio Emilia – afferma Mauro Felicori, Assessore alla Cultura e Paesaggio Regione Emilia-Romagna –dimostra come i luoghi della cultura e i musei ricoprano un ruolo chiave con le loro comunità nell’avviare e sostenere le azioni per il clima e vanno letti come alleati per la trasformazione verso uno sviluppo sostenibile contro la minaccia del cambiamento climatico; un ruolo che hanno il dovere di attuare non soltanto nella politica per la conservazione del patrimonio culturale, ma anche come veri e propri centri di interpretazione delle preoccupazioni sul clima e veicoli dei dibattito internazionale, costruendo saperi e consapevolezza e creando partecipazione”.
Il tema di questa edizione: “La natura ama nascondersi”
Sotto la direzione artistica di Tim Clark, Walter Guadagnini e Luce Lebart, Fotografia Europea 2024 ha scelto come tema La natura ama nascondersi. Il titolo, ispirato al celebre frammento di Eraclito, riflette sul mistero e sulla mutevolezza della natura, spesso celata alla nostra percezione. Tuttavia, in un’epoca in cui i cambiamenti climatici e le catastrofi ambientali sono sempre più evidenti, la natura si rivela anche in modi distruttivi, evidenziando un costante processo di trasformazione.
Fotografia Europea 2024 si propone, quindi, di esplorare nuove narrazioni, al di fuori di quell’atteggiamento di controllo dominante che la nostra specie esercita sul pianeta, per comprendere le dinamiche e le nuove direzioni da intraprendere.
Le mostre principali
La mostra storica di questa edizione si tiene presso Palazzo Magnani e presenta la prima retrospettiva in Italia di Susan Meiselas, nota per il suo lavoro nelle aree di conflitto dell’America Centrale. Intitolata Mediations, l’esposizione approfondisce il lavoro della fotografa dagli anni Settanta fino ad oggi, esplorando il suo approccio unico che mette costantemente in discussione lo status delle sue immagini in relazione al contesto in cui vengono percepite, spaziando dalla dimensione personale a quella geopolitica.
10 esposizioni nei Chiostri di San Pietro
I Chiostri di San Pietro ospitano dieci esposizioni, tra cui Sky Album.150 years of capturing clouds, una collettiva curata da Luce Lebart e Michelle Wilson che celebra la bellezza delle nuvole attraverso oltre centocinquanta opere di fotografi: dal francese Gustave Le Gray all’italiano Mario Giacomelli, passando dai lavori dell’americano Edward Steichen fino ai due artisti contemporanei chiamati a creare due installazioni, la finlandese Anna Ninskanen e il britannico Kalev Erickson.
Al primo piano, il progetto Within Sight di Helen Sear esplora, invece, la dissoluzione della prospettiva attraverso opere composite che mescolano fotografia e disegno.
Dalle miniere di rame alla catastrofe climatica
Yvonne Venegas con Sea of Cortez traccia una storia intergenerazionale legata alle miniere di rame della Bassa California, mentre il fotografo indiano Arko Datto affronta la catastrofe climatica attraverso il progetto The Shunyo Raja Monographies. Quest’ultimo porta l’attenzione sul Delta del Bengala, considerato uno degli epicentri del cambiamento.
Riflessioni sulle catastrofi naturali
Matteo de Mayda, fotografo veneziano, esplora gli impatti a lungo termine della tempesta Vaia, mentre Jo Ractliffe dedica la sua mostra Landscaping al paesaggio sudafricano, riflettendo sul concetto stesso di paesaggio. Natalya Saprunova porta l’attenzione alle popolazioni dell’estremo nord asiatico con il progetto Permafrost, mentre Terri Weifenbach si concentra sulla connessione tra nuvole e vita biologica in Cloud Physics.
Riflessioni sull’uomo e la natura
Lisa Barnard indaga sull’essenza dei bitcoin e il loro impatto ambientale in An Act of Faith; Bruno Serralongue documenta la lotta per la conservazione degli spazi verdi ad Aubervilliers in Community Gardens of Vertus.
Nella sede di Palazzo da Mosto trova posto la Committenza di questa edizione, insieme alla mostra dei libri fotografici e ai due progetti vincitori della Open Call.
Esplorazioni nell’Appennino Emiliano
La produzione di Fotografia Europea 2024, intitolata day by day, è affidata a Karim El Maktafi e si concentra sulle “Aree Interne” dell’Appennino Emiliano, esplorando il legame tra l’uomo e la natura in queste regioni remote e spesso trascurate.
Fotografia italiana e premi
La mostra Contaminazioni presenta i progetti vincitori della Open Call GIOVANE FOTOGRAFIA ITALIANA #11 | PREMIO LUIGI GHIRRI 2024. In mostra, a Palazzo dei Musei, gli scatti dei sette artisti selezionati dalla giuria internazionale: Claudia Amatruda con Good Use Of My Bad Health, Benedetta Casagrande con All Things Laid Dormant, Noemi Comi con Proxidium, Massimiliano Corteselli con Contrapasso, Camilla Marrese con Field Notes for Climate Observers, Cinzia Romanin con Transcendence e Alessandro Truffa con Nioko Bokk.
I sette progetti selezionati propongono una riflessione su quelli che sono gli spazi intermedi, le zone di contaminazione e di reciproca trasformazione tra gli uomini e il resto del vivente, utilizzando materiali e approcci ampi e stratificati, in cui il medium fotografico entra a far parte della riflessione stessa.
Durante le giornate inaugurali Giovane Fotografia Italiana assegnerà diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Luigi Ghirri, del valore di 4.000 euro. Il vincitore del Premio avrà anche la possibilità di esporre una versione più ampia del suo progetto in una mostra personale in Triennale Milano (inverno 2025).
Con la menzione Nuove traiettorie. GFI a Stoccolma, promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma, inoltre un artista, prescelto tra i sette selezionati, potrà svolgere un periodo di studio e ricerca durante il quale dovrà produrre un progetto artistico che sarà esposto in una mostra a cura dello stesso Istituto.
La proposta della Collezione Maramotti
Collegata al festival è la proposta della COLLEZIONE MARAMOTTI che espone la prima mostra personale istituzionale italiana di Silvia Rosi, dal titolo Disintegrata. Specificamente concepita per la Collezione, l’esposizione include venti nuove opere fotografiche, alcune immagini in movimento e un nucleo di fotografie d’archivio raccolte dall’artista in Italia – principalmente in Emilia-Romagna – tra il 2023 e il 2024.
Fotografia e musica: Fotofonia 2024
La declinazione musicale del festival, Fotofonia 2024, curata da Max Casacci (produttore e fondatore dei Subsonica), ha come titolo Urban souls ed è dedicata alla Storia, al presente e al futuro di una musica italiana capace di fondere radici black e soul, con la complessità dei linguaggi urbani contemporanei, attraverso melodia e parole.
Il Circuito OFF e l’impegno ambientale
Il Circuito OFF presenta una serie di mostre diffuse in tutta la città, con progetti di fotografi professionisti ed emergenti che si misurano con il tema del fragile equilibrio tra Uomo e Natura.
Il 4 maggio verrà decretato il vincitore del premio Max Spreafico che riconosce il miglior progetto esposto nel Circuito. Il vincitore avrà l’opportunità di produrre una nuova mostra per la prossima edizione di Fotografia Europea.
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