ROMA – Gennaro Sangiuliano, attuale direttore del Tg2, è il nuovo ministro della Cultura nel Governo Meloni. Nato a Napoli 62 anni fa, Sangennaro succede a Dario Franceschini alla guida del dicastero, scavalcando la candidatura di Giordano Bruno Guerri, dato negli ultimi giorni in pole position.
Laureto in Giurisprudenza con un dottorato di ricerca in Diritto ed Economia all’Università degli Studi di Napoli Federico II, master in Diritto Privato Europeo presso l’Università di Roma, Sangiuliano è dal 2015 direttore della scuola di Giornalismo dell’Università degli Studi di Salerno, docente del Master in Giornalismo e Comunicazione della Università telematica “Pegaso” e da oltre vent’anni titolare dell’insegnamento di Diritto dell’Informazione all’Università Lumsa.
“Sono onorato di prestare questo servizio e sono grato a Giorgia Meloni” – ha commentato Sangiuliano aggiungendo “Profonderò il massimo impegno per accrescere la cultura nel Paese”.
La prima uscita annunciata dal neo ministro sarà accanto al luogo dove è nato, e dunque “al Museo archeologico nazionale di Napoli (Mann) e poi agli scavi di Pompei”.
In una intervista al Messaggero, Sangiuliano afferma poi: “Vorrei cominciare la mia attività da ministro con due grandi mostre. Una su Umberto Boccioni e il futurismo. L’altra sul Rinascimento. Questi due momenti storici e culturali sono stati quelli che, ognuno a modo suo, hanno proiettato l’Italia nel mondo. Ma prima di queste grandi eventi internazionali, nei prossimi giorni andrò nella casa di Benedetto Croce, dove c’è la fondazione, a Napoli, che è la mia adorata città”. Ha poi aggiunto “mi impegnerò per la promozione della cultura più larga e più libera possibile”. “Voglio cominciare proprio da Leopardi. E da Dante, da Benedetto Croce, da Giovanni Gentile, da Giuseppe Prezzolini. E direi anche da Antonio Gramsci” – spiegando che “bisogna uscire da una mentalità solo conservativa dei beni culturali. E occorre creare con coraggio un nuovo immaginario italiano, la nostra cultura va raccontata anche con gli strumenti della modernità: cinema, serie televisive, social. Bisogna riformare il fondo unico per lo spettacolo, il Fus, e riformare la burocrazia relativa alla raccolta e all’uso dei finanziamenti pubblici” – conclude.
Nel frattempo il ministro della Cultura uscente, Dario Franceschini, scrive su Twitter: “Un onore e una gioia avere servito per sette anni il mio Paese come Ministro della Cultura. In tanti in giro per il mondo mi hanno detto: non esiste mestiere più bello che occuparsi di cultura in Italia. Avevano ragione. Ora buon lavoro a Gennaro Sangiuliano”.