L’arte contemporanea entra nel cuore del Giubileo 2025 con un progetto ambizioso che punta a trasformare luoghi di fragilità in simboli di rinascita
ROMA – Il Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede ha lanciato un programma tra creatività e riflessione spirituale, con al centro il tema della Speranza, ispirato alla bolla papale Spes non confundit. L’iniziativa punta a coinvolgere comunità spesso invisibili e a promuovere l’arte come strumento di cambiamento reale, con particolare attenzione al sistema carcerario.
L’apertura del Giubileo: un gesto simbolico nelle carceri
Il Giubileo 2025 si aprirà il 24 dicembre con l’apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro. Ma è il 26 dicembre che si svolgerà un evento senza precedenti: Papa Francesco aprirà una seconda Porta Santa nel carcere di Rebibbia, a Roma. Questa scelta intende portare il messaggio di Speranza in un contesto segnato dalla marginalità.
Per accompagnare questo momento, il Dicastero ha commissionato all’artista Marinella Senatore un’installazione site-specific, Io Contengo Moltitudini. Alta sei metri, la struttura luminosa è stata realizzata grazie a un workshop che ha coinvolto detenuti e detenute della sezione maschile e femminile del carcere. Le frasi incise sull’opera, scritte in diverse lingue e dialetti, sono espressioni di speranza nate durante il laboratorio.
Le Porte della Speranza: arte come incontro
Il progetto Le Porte della Speranza, che si estenderà oltre Rebibbia, prevede installazioni artistiche in altri istituti penitenziari italiani e internazionali. Ogni opera sarà il frutto di un dialogo tra artisti e detenuti, con l’obiettivo di trasformare i penitenziari in luoghi di creazione e partecipazione. Le installazioni, visibili anche dall’esterno, vogliono essere un segnale forte verso la comunità, ribadendo l’idea che il carcere debba essere un luogo di riabilitazione e non di esclusione.
Il Cardinale José Tolentino de Mendonça ha spiegato: “l’importante è credere tutti che la trasformazione – la nostra e quella del mondo – sia possibile. Anche se è ardua e dolorosa, è possibile. Quando guardiamo e ci lasciamo guardare come fratelli, avviene questo grande miracolo che è la comune tessitura della speranza“.
Conciliazione 5
Tra le novità del Giubileo anche l’apertura di Conciliazione 5, uno spazio espositivo permanente situato su via della Conciliazione e pensato per essere accessibile 24 ore su 24. Il primo artista a esporre sarà Yan Pei-Ming, che presenterà una serie di opere ispirate alla vita carceraria in occasione del Giubileo degli Artisti, dal 15 al 18 febbraio 2025.
Cristiana Perrella, curatrice del programma, ha sottolineato come queste iniziative vogliano dare voce a chi è spesso dimenticato: “È un grande onore e un grande felicità per me aver ricevuto l’incarico di curare, durante il Giubileo, un progetto come questo.. La decisione di proseguire, con i primi due progetti a me affidati, il lavoro sul carcere iniziato con il Padiglione della Santa Sede alla Biennale di Venezia è un segno chiaro da parte della committenza di questa fiducia. L’arte è chiamata di nuovo a dare voce agli invisibili, a chi vive ai margini della società e a far aprire gli occhi su un tema urgente– molto caro a Papa Francesco- che oggi non ha spazio nel dibattito pubblico e su cui c’è poca disponibilità all’ascolto”.
Davide Rampello, curatore del progetto Le Porte della Speranza, ha aggiunto: “Il carcere è a volte considerato un luogo abbandonato dalla speranza: luogo dis-sperato. Aprire ai valori della speranza la ragione, il cuore è indicare una meta, riproporre un progetto di vita. Vogliamo affidare questo delicatissimo compito alla sensibilità, alla cura di artisti che condivideranno con noi questa missione, affinché ne facciano movimento, manifesto, affinché la forza del vero, del giusto, del buono, del bello diventi opera d’arte, concreta bellezza”.