FIRENZE – L’arte, la politica e il potere si intrecciano nella storia di Firenze, e nessun luogo incarna meglio questo legame del Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio. A 450 anni dalla morte di Cosimo I de’ Medici e Giorgio Vasari, una nuova mostra dà conto della genesi e della grandiosità di questo spazio simbolico, trasformato nel XVI secolo in un emblema della potenza medicea.
Questa mostra – ha dichiarato la sindaca Sara Funaro – “vuole raccontare la trasformazione di questo luogo e ripercorrere il processo artistico che ha portato a questo incredibile risultato. Mai ci dobbiamo stancare di approfondire e di riscoprire la storia del ‘cuore’ della nostra città”. L’assessore alla cultura Giovanni Bettarini ha sottolineato come l’esposizione metta in luce il rapporto tra arte e potere nell’opera di Cosimo I, offrendo spunti di riflessione sul ruolo civile e politico dell’arte.
Il curatore Carlo Francini ha evidenziato come la mostra concluda un percorso di celebrazioni iniziato nel 2019 con il 500° anniversario della nascita di Cosimo I, mentre Valentina Zucchi, co-curatrice, ha aggiunto che l’esposizione si inserisce in una strategia che mira a valorizzare “il patrimonio storico e artistico di Palazzo Vecchio, i ruoli di Cosimo I de’ Medici e di Giorgio Vasari, nonché di tutti coloro che collaborarono all’impresa”.
La trasformazione del Salone dei Cinquecento
Nato come Sala Grande alla fine del Quattrocento, il Salone dei Cinquecento subì una trasformazione sostanziale sotto la guida di Cosimo I de’ Medici. Nel 1565, in occasione delle nozze del figlio Francesco con Giovanna d’Asburgo, il duca affidò a Giorgio Vasari la decorazione della sala. Il progetto coinvolse un nutrito gruppo di artisti e artigiani, impegnati a elevare le pareti di sette metri e a realizzare un soffitto a cassettoni che celebrasse le virtù medicee e le imprese militari di Firenze.
Attraverso disegni, documenti storici e opere preparatorie esposte, la mostra ricostruisce il processo creativo e tecnico che portò alla decorazione del salone. Particolare rilievo è dato ai disegni originali di Vasari e alle lettere, tra cui quella in cui Michelangelo suggeriva di alzare il soffitto della sala di dodici braccia, idea poi realizzata.
Di grande interesse è la lettera scritta da Cosimo a Vasari, in cui il duca chiede di modificare la rappresentazione della conquista di Siena, volendo essere circondato non da consiglieri ma dalle proprie virtù, a testimonianza del suo ruolo centrale nella storia fiorentina.
Tra i pezzi più affascinanti della mostra figurano i disegni preparatori per il soffitto e gli affreschi delle pareti. Il pubblico potrà ammirare opere come la Presa di Porta Camollia e la Battaglia di Marciano. Accanto a questi, spiccano i dettagli dell’artigianato artistico, come la riproduzione della catena e della medaglia donate a Vasari da Papa Pio V, simboli del prestigio raggiunto dall’artista.
Una sala viva: il contesto storico e il dialogo contemporaneo
A contestualizzare le opere nella cornice storica e politica del tempo, anche una produzione video realizzata da Art Media Studio che accosta i disegni alle decorazioni attuali del salone, una visione coinvolgente che collega passato e presente. In parallelo, una sezione dedicata presenta i dettagli della costruzione del soffitto ligneo e delle decorazioni pittoriche, evidenziando la complessità dell’impresa.
Visitabile fino al 9 marzo 2025, l’esposizione, promossa dall’Ufficio Firenze Patrimonio Mondiale e Rapporti con UNESCO del Comune di Firenze e dalla Fondazione MUS.E, con il sostegno del Ministero del Turismo, si inserisce in una più ampia strategia di valorizzazione del patrimonio culturale fiorentino.
Vademecum
La sala grande
Giorgio Vasari per Cosimo I de’ Medici
17 dicembre 2024 – 9 marzo 2025
a cura di Carlo Francini e Valentina Zucchi