ROMA – Statuette antropomorfe e zoomorfe in pietra dura, piccoli vasi in ceramica nera con effigie, miniature fittili. Sono solo alcuni dei preziosi reperti archeologici restituiti al Messico, in una cerimonia tenutasi nella sede dell’Ambasciata messicana a Roma. Si tratta di un insieme di 101 manufatti rubati e immessi sul mercato illecito, recuperati grazie alle indagini condotte dai Carabinieri del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) e restituiti ufficialmente all’Ambasciatore Carlos Garcìa de Alba.
I reperti recuperati
Questi reperti archeologici coprono un ampio arco cronologico e culturale, spaziando dalle civiltà mesoamericane del periodo preclassico medio (900-300 a.C.) fino al periodo post-classico (900-1200 d.C.).
Tra i pezzi più significativi si trovano:
- Un vaso in ceramica nera con l’effigie di Tlaloc, la divinità della pioggia, legato alla cultura Tolteca-Maya.
- Una figura maschile in ceramica con testa e arti dipinti di rosso, risalente alla cultura Olmeca.
- Una coppa tripode emisferica della cultura Mixteca-Puebla.
- Una pintadera fittile azteca con scena di sacrificio umano.
Questi manufatti, giudicati “monumenti archeologici mobili di proprietà della Nazione Messicana”, sono testimonianze fondamentali per comprendere le tradizioni religiose, sociali e artistiche di queste civiltà.
Le indagini dei Carabinieri TPC dietro il recupero
Il recupero è stato il frutto di un lavoro investigativo complesso, condotto dai Nuclei TPC di Roma, Udine, Perugia, Ancona e Cosenza.
- A Roma, una perquisizione domiciliare ha portato alla scoperta di 33 reperti in possesso di un noto trafficante.
- A Perugia, le autorità hanno intercettato manufatti messicani messi in vendita online grazie a una segnalazione della Soprintendenza Archeologia dell’Umbria.
- A Cosenza, il controllo doganale presso l’aeroporto di Reggio Calabria ha permesso di sequestrare reperti nel bagaglio di due passeggeri provenienti dal Messico.
- Ad Ancona, un intervento per un tentativo di furto in abitazione ha rivelato la presenza di beni archeologici trafugati.