ROMA – Il rapporto tra i volti rappresentati da Francisco Goya de Goya y Lucientes (Fuendetodos, 1746 – Bordeaux, 1828) con i trattati di fisiognomica dell’epoca è al centro della mostra “Goya Fisonomista Il volto dell’opera grafica di Goya”, ospitata dal 29 aprile al 18 settembre 2021 nella Sala Dalí dell’Instituto Cervantes (piazza Navona, 91 Roma).
In esposizione 38 incisioni appartenenti a tre delle famose serie dell’artista: Los Caprichos (29 incisioni), Los Disparates (5 incisioni) e Los Desastres (4 incisioni). Questa accurata selezione che analizza i rapporti dei volti di Goya con i trattati di fisiognomica dell’epoca, si completa con 109 riproduzioni di illustrazioni del XVIII e XIX secolo, oltre a un video.
Le opere di Goya in mostra presentano volti particolarmente espressivi, che sono la rappresentazione dell’inconscio collettivo della sua epoca. Volti che parlano senza sotterfugi direttamente al popolo, principale destinatario del messaggio delle sue opere.
L’esposizione, che riflette l’aspetto più brutale, emotivo e singolare del pittore e incisore aragonese, analizza il rapporto tra i volti più significativi dei suoi personaggi e le teorie fisiognomiche pubblicate tra il Settecento e l’Ottocento. Rivela, inoltre, l’interesse di Goya per la fisionomia, in parte originato dal suo viaggio in Italia, dove le ristampe di Giovanni Battista della Porta erano popolari in un momento in cui la scienza studiava il riflesso della malattia mentale nei volti delle persone. Una pseudoscienza che cercava l’animalità del volto umano e delle sue espressioni, e che faceva parte del sapere popolare sin dal XVI secolo.
A dimostrazione dell’interesse e del vincolo di Goya con queste teorie, vengono evidenziati i parallelismi tra una selezione di litografie delle principali serie dell’artista spagnolo (insieme ad ingrandimenti fotografici dei volti dei suoi personaggi) e i grandi album fisionomici di Le Brun o l’enciclopedia di Moreau de la Sarthe (1806-1809). Grazie a questi paragoni le fonti di Goya diventano evidenti, grazie anche a un allestimento che mette a confronto le varie opere, mostrando tre tipi di fisionomie: l’animale, il patologico e il degradato.
La mostra, inaugurata per la prima volta nel giugno del 2018 alla Calcografía Nacional di Madrid, è stata già ospitata anche Bordeaux, Algeri e Praga.
Per informazioni e prenotazioni: cenrom@cervantes.es telefono 0685373628/29.
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