MILANO – Si allungano i tempi per la realizzazione della “Grande Brera”. Nonostante lo scorso aprile sia terminato il restauro di Palazzo Citterio, grazie al finanziamento dei lavori da parte del Ministero dei Beni Culturali, e il palazzo sia stato aperto al pubblico per alcuni giorni con l’obiettivo di utilizzarlo definitivamente nel giro di pochi mesi, di fatto non ci sono ancora le condizioni ideali per il trasferimento delle opere.
Ci sono ancora una serie di problematiche non da poco da risolvere, in particolare il microclima non adatto e, come spiegato dallo stesso direttore della Pinacoteca di Brera, James Bradburne, a margine della presentazione del libro “Una meraviglia chiamata Brera”, a cura dell’Associazione Amici di Brera, “il palazzo Citterio ora come ora non è in grado di ospitare quadri”. “Non possiamo certo rischiare di compromettere delle opere preziose – ha aggiunto il direttore – che rischierebbero di rimanere danneggiate”.
Dunque Bradburne non si sbilancia neppure sulla tempistica “si arriverà a destinazione ma il quando lo vedremo. Non faccio più promesse sui tempi, non voglio più deludere me e la città con promesse che non so se posso mantenere”. – ha chiosato il direttore.
Il palazzo Citterio risale al 1764, ed era stato acquistato dallo Stato nel 1972 con l’obiettivo di ampliare gli spazi a disposizione della Pinacoteca. Situato infatti vicino all’attuale sede della Pinacoteca e dell’Accademia, dovrebbe ospitare le collezioni del Novecento, esposizioni temporanee, sale per conferenze e proiezioni, book shop, caffetteria e anche un giardino con sculture da congiungere con lo spazio verde dell’Orto Botanico.