Tra le navate nude dell’Abbazia di San Galgano (XII -XIII secolo), dove il cielo prende il posto della volta, Helidon Xhixha innalza una croce d’acciaio di sette metri. È il cuore del progetto “Giubileo di Luce”, ideato in occasione del Giubileo del 2025 e curato da Carlo Pizzichini: una mostra che trasforma uno dei luoghi più emblematici della spiritualità medievale italiana in uno spazio di riflessione contemporanea.
Una croce riflettente per un luogo senza tempo
L’intervento di Xhixha – artista italo-albanese noto per il suo uso dell’acciaio inox lucidato e la capacità di attivare lo spazio attraverso la luce – appare come un’operazione di risonanza visiva e simbolica. “Luce Divina”, l’opera principale, non è solo una croce monumentale. È un dispositivo ottico che cattura e rilancia il sole, amplificando l’energia luminosa in un ambiente già carico di spiritualità. In un contesto architettonico in cui l’assenza – il tetto mancante – è da secoli un invito a guardare verso l’alto, Xhixha inserisce un segno che riflette il mondo e lo trasfigura.
La scelta del sito non è casuale: la leggenda di San Galgano, il cavaliere che conficcò la propria spada nella roccia rinunciando alla guerra, si lega idealmente a questa croce contemporanea, come nuova icona di pace e trascendenza. L’acciaio, materiale industriale e lucente, sostituisce la pietra del passato, ma il gesto resta lo stesso: sospendere la violenza e cercare una dimensione interiore.
Un percorso immersivo tra luce, materia e silenzio
Accanto alla croce, una serie di sculture accompagna il visitatore in un itinerario che sfrutta l’architettura dell’Abbazia per moltiplicare prospettive e riflessi. “Baia di Luce”, “Reflexes”, “Venere”, “Piramide di Luce”: ogni opera sembra specchiare non solo il paesaggio senese, ma anche le linee gotiche delle arcate, creando giochi ottici che mettono in discussione la percezione dello spazio.
“Inner Peace”, installata nella sacrestia recentemente restaurata, propone invece un momento più intimo: un invito a sostare nel silenzio, tra superfici levigate e luce filtrata, a cercare una calma profonda dentro l’incessante riverbero del mondo.
Un artista del riflesso e del gesto monumentale
Nato a Durazzo nel 1970, Helidon Xhixha ha fatto della scultura in acciaio il suo linguaggio distintivo. Le sue opere monumentali, esposte in contesti internazionali come Venezia, Londra, Dubai e Miami, si distinguono per l’interazione costante tra volume, luce e ambiente. A San Galgano, questa poetica trova una sintesi particolarmente potente, complice un luogo che già da sé si presenta come un’opera d’arte naturale e architettonica.
Una mostra che è anche rito collettivo
L’inaugurazione del 12 aprile, che ha segnato anche la conclusione del restauro della sacrestia, si è svolta come un rito laico e condiviso. Un concerto per pianoforte e violoncello – tra Gluck e Piazzolla – ha accompagnato le parole delle autorità locali e dei promotori dell’iniziativa, tra cui la Fondazione San Galgano e la Camera di Commercio di Arezzo-Siena. Un momento in cui arte, musica e paesaggio si sono fusi in un unico flusso percettivo.
Vademecum
GIUBILEO DI LUCE di HELIDON XHIXHA
Una Croce d’acciaio inox ed altre sculture per l’Abbazia di San Galgano
Abbazia di San Galgano, Chiusdino (Siena)
A cura di Carlo Pizzichini
Dal 12 aprile al 30 settembre 2025