Dal 6 maggio 2025, il Museo riattiva lo storico accesso su Piazzetta San Marco e avvia un ambizioso progetto di riallestimento tra memoria, collezionismo e sperimentazione contemporanea
VENEZIA – Una soglia si riapre e, con essa, un intero capitolo della storia veneziana torna ad affacciarsi sul presente. Il Museo archeologico nazionale di Venezia – oggi parte del nuovo istituto Musei archeologici nazionali di Venezia e della Laguna, costituito nel 2024 – annuncia la riapertura del Cortile dell’Agrippa, spazio simbolico e architettonico affacciato sulla Piazzetta San Marco. A partire dal 6 maggio, lo storico accesso al civico 17 torna operativo, affiancandosi all’ingresso dal Museo Correr e segnando l’inizio di un percorso espositivo ripensato secondo criteri di maggiore inclusività e accessibilità.
Un ritorno alle origini del percorso espositivo
Il riallestimento del Museo si fonda sulla restituzione del percorso voluto tra il 1924 e il 1926 da Carlo Anti, archeologo e rettore dell’Università di Padova, che organizzò la collezione secondo una narrazione cronologica della scultura greca e romana, dal V secolo a.C. fino alla tarda età imperiale. Lungo le sale, alle opere scultoree si affiancano bronzetti, ceramiche, monete e preziosi, frutto delle donazioni delle grandi famiglie veneziane tra Cinque e Ottocento.
Il Cortile dell’Agrippa diventa così porta d’ingresso concettuale e fisica a un viaggio che intreccia il collezionismo veneziano con la costruzione di un’identità culturale fortemente ancorata all’eredità dell’antichità classica. La monumentale statua tradizionalmente attribuita a Marco Vipsanio Agrippa, al centro del cortile, è emblema di un’epoca in cui il possesso e la donazione di opere d’arte antica erano atti politici, strumenti per sancire il legame tra Venezia e Roma, tra il presente della Serenissima e la grandezza imperiale.
Una statua, una città, una visione museale condivisa
La collezione ospitata nel Museo archeologico nazionale si sviluppa a partire da una delle più importanti vicende di collezionismo del Rinascimento: quella della famiglia Grimani. È infatti grazie a Giovanni Grimani, patriarca di Aquileia, che nel 1587 una parte delle raccolte antiquarie di famiglia entra nel patrimonio pubblico veneziano, dando forma allo Statuario pubblico presso la Libreria Marciana, inaugurato nel 1596. È una delle prime istituzioni museali aperte al pubblico nel mondo. Una scelta destinata a ispirare altre famiglie nobili, in un processo che contribuirà a fondare la narrazione identitaria di Venezia come erede culturale di Roma antica.
Una nuova accessibilità per cittadini e visitatori
La riapertura del Cortile dell’Agrippa comporta anche significative novità organizzative. Il Museo introduce una bigliettazione separata e un nuovo sistema di abbonamento annuale, che consente accessi illimitati e flessibili alle collezioni archeologiche. Un invito a vivere il museo come luogo da frequentare nel tempo, per seguire passo dopo passo gli sviluppi del riallestimento e delle attività culturali in programma.
Uno spazio polifunzionale, adiacente al cortile, accoglierà parte delle opere lapidee in deposito, in un allestimento che coniuga funzione espositiva e divulgativa. Una grafica modulare e aggiornabile guiderà i visitatori nella scoperta del progetto museografico in corso, promuovendo un approccio dinamico alla fruizione del patrimonio.

Kengo Kito e il dialogo tra arte contemporanea e archeologia
In occasione della riapertura, il Museo accoglie anche una installazione site-specific dell’artista giapponese Kengo Kito, LINES, curata da Masahiko Haito e promossa da anonymous art project. L’opera sarà visibile nel Cortile dell’Agrippa e nella Sala V del Museo, in concomitanza con l’apertura della Biennale Architettura 2025. Il progetto intende riflettere sull’interazione tra arte e spazio pubblico, creando un confronto tra l’eredità culturale veneziana e le pratiche artistiche contemporanee.
Parallelamente, anonymous art project sostiene un intervento di manutenzione conservativa della parete alle spalle della statua di Agrippa, segnata dal tempo e dall’umidità. Le operazioni includono la spolveratura, la rimozione delle aree decoese e l’applicazione di velature: un gesto che, più che restaurare, innesca un confronto estetico e concettuale tra passato e presente.
Un sistema museale per la laguna del futuro
La riapertura del Cortile dell’Agrippa è il primo esito concreto della nascita dell’istituto Musei archeologici nazionali di Venezia e della Laguna, diretto da Marianna Bressan. Una rete che include il Museo archeologico nazionale di Venezia, il Museo di Palazzo Grimani, il Parco archeologico di Altino e il futuro Museo archeologico della laguna di Venezia sull’isola del Lazzaretto Vecchio.
Ogni realtà contribuisce a una narrazione sfaccettata del territorio veneziano: dal collezionismo umanistico alla molteplicità degli insediamenti che hanno modellato la laguna nel corso dei secoli, dall’antica Altinum fino alla fondazione di Venezia. L’obiettivo è costruire una proposta coerente e integrata, che valorizzi la dimensione archeologica come chiave di lettura per comprendere il passato e immaginare il futuro della città.