ENNA – Il capolavoro d’arte greca, raffigurante la Testa di Ade e acquistato dal museo statunitense nel 1985, è stato recuperato e riportato in Sicilia al termine di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Enna, i Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale.
Il reperto era stato trafugato alla fine degli anni settanta dall’area archeologica di Morgantina, nel territorio di Aidone (EN). Si è giunti a tale conclusione attraverso l’esame di alcuni reperti in frantumi abbandonati dai tombaroli a seguito di scavi clandestini in quell’area archeologica. Tra questi, vi erano 4 “riccioli” (recuperati tra il 1978 e il 1988) che a distanza di diversi anni, nell’ambito di una collaborazione – avviata dal 2011 – tra il Dipartimento dei Beni Culturali della Regione Siciliana ed il museo californiano sono stati comparati, con esito positivo, con la “testa” custodita presso il “Getty”.
Il Nucleo CC Tutela Patrimonio Culturale di Palermo, che ha operato in sinergia con il Dipartimento dei Beni Culturali e su coordinamento della Procura di Enna, ha acquisito i riscontri documentali utili per formalizzare la richiesta di rogatoria internazionale, poi indirizzata alle Autorità statunitensi. La piena collaborazione con il Dipartimento di Giustizia U.S.A. e il “J.P. Getty Museum” ha permesso, dopo l’espletamento delle procedure giudiziarie, l’organizzazione della missione di recupero.
Il 24 gennaio 2016, militari del Nucleo CC TPC di Palermo, unitamente al Sost. Proc. Dr. Francesco RIO, titolare delle indagini, sono pertanto partiti alla volta di Los Angeles, facendo rientro il 29 gennaio scorso all’aeroporto “Falcone e Borsellino” di Palermo, con la “Testa di Ade”.
Il reperto proviene dall’area archeologica di Morgantina, che tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’80, è stata oggetto di numerosissimi scavi clandestini con conseguente trafugamento di inestimabili capolavori dell’arte greca (la coppia di acroliti arcaici, la colossale statua tardo-classica della dea, il tesoro di argenti ellenistici), illecitamente esportati e restituiti all’Italia negli ultimi anni, tutti attualmente custoditi nel Museo Archeologico di Aidone.
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