NEW YORK – Tornano in Italia dagli Stati Uniti d’America, 266 reperti archeologici del valore di decine di milioni di euro.
L’inestimabile patrimonio, risalente a un arco temporale che va dall’età Villanoviana (IX/VIII sec a.C.), alla civiltà etrusca (VII/IV sec. a.C.), alla Magna Grecia (V/III sec. a.C.) fino all’età romana imperiale (I-II sec d.C.), è stato recuperato grazie alle indagini capillari coordinate dalla magistratura italiana e dalla Procura Distrettuale di Manhattan (DAO – District Attorney’s Office di New York), e alla costante sinergia tra i Carabinieri dell’Arte e il Ministero della Cultura.
I reperti erano giunti oltreoceano negli ultimi decenni del secolo scorso, con lo scopo di essere immessi sul mercato da trafficanti internazionali senza scrupoli.

I reperti archeologici e le attività di recupero
Tra i 266 reperti recuperati figurano, in particolare: 70 lotti (di 145 pezzi) localizzati grazie alle indagini mirate a contrastare il traffico internazionale di beni culturali, condotte dal Comando TPC, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. Le attività sono quindi sfociate in una procedura extragiudiziale e in una causa civile, condotta in stretta collaborazione con il Ministero della Cultura attraverso l’Avvocatura Generale dello Stato, finalizzata alla restituzione dei beni al patrimonio dello Stato italiano.
Altri 65 manufatti, già in collezione alla Menil Collection Museum di Houston (USA), sono stati restituiti spontaneamente da parte dell’ente proprietario al Ministero della Cultura, dopo l’accertamento da parte dei Carabinieri TPC della provenienza da scavi clandestini in aree archeologiche del territorio italiano e l’esportazione illecita.

La cerimonia di restituzione
La cerimonia si è svolta l’8 agosto 2023 a New York, nella sede della Procura, alla presenza del Procuratore Alvin L. Bragg, il Console Aggiunto d’Italia a New York, Cesare Bieller, il Comandante dei Carabinieri TPC, Generale di Brigata Vincenzo Molinese, il Vice Procuratore del DAO di Manhattan, Colonnello Matthew Bogdanos, e lo Special Agent in Charge di HSI, Ivan J. Arvelo.