MILANO – Absolute Beginners è il progetto che l’Istituto Europeo di Design presenta al Fuorisalone milanese. Ispirato alla nota canzone di David Bowie, il progetto ha coinvolto centocinquanta studenti appartenenti alle sedi del Gruppo IED presente in Italia a Milano, Cagliari, Firenze, Roma, Torino, Venezia e a Como con l’Accademia di Belle Arti Aldo Galli; in Spagna a Barcellona, Madrid e Bilbao e in Brasile a Rio de Janeiro e San Paolo.
L’installazione visitabile negli spazi di BASE Milano – all’interno della mostra Exhibit nell’ambito del laboratorio sperimentale We Will Design – ha riunito studenti di corsi diversi delle sedi del Network e ha dato voce ad un dialogo fra giovani designer, debuttanti assoluti di oggi, e dieci donne considerate absolute beginners per il loro pensiero visionario.
Le dieci Absolute Beginners
Lina Bo Bardi, Eva Mameli Calvino, Ada Bursi, Rei Kawakubo, Cinzia Ruggeri, Laura Solera Mantegazza con Maria Montessori e Giuseppina Pizzigoni, Gala Eluard Dalì, Bélen Moneo, Carla Accardi, e Patricia Urquiola – sono state scelte perchè con il proprio genio creativo e la propria lotta di genere hanno lasciato una personale ma indelebile impronta nella storia.
Lina Bo Bardi, architetta e designer di origine italiana, ha iniziato la sua carriera lavorando nello studio di Gio Ponti. Emigrata in Brasile dopo la guerra, ha saputo valorizzare la sua formazione contribuendo al nuovo panorama modernista brasiliano. Eva Mameli Calvino, dopo i primi studi a Sassari si trasferisce a Pavia dove è la prima donna sarda a laurerasi in Scienze Naturali. Nel 1920, con il marito Mario Calvino, agronomo e botanico, lascia l’Italia per Cuba dove lavoreranno insieme alla Stazione Sperimentale di Agricoltura a Santiago de las Vegas. Torneranno poi in Italia per stabilirsi a Sanremo dove lavoreranno presso la stazione sperimentale di floricultura del luogo. Mameli Calvino verrà poi chiamata a dirigere l’Orto Botanico dell’Università di Cagliari.
Rei Kawakubo, Direttrice creativa e Fondatrice del marchio Comme des Garçons, è una donna timida, essenziale, rigorosa. Kawakubo si è sempre mossa nello spazio “in mezzo” tra forma e funzione, tra corpo e astrazione, tra assenza e presenza. La sua epifania nel mondo degli anni Ottanta, in compagnia di un gruppo di colleghi altrettanto innovatori come Yamamoto e Miyake, ha permesso un cambiamento radicale dell’idea stessa di moda. Ada Bursi, una delle prime donne ad esercitare a Torino la professione di architetto. Nella sua lunga carriera ha progettato edifici pubblici e privati, musei, monumenti, grafiche e manifesti. Ha lasciato un archivio molto ricco e documentato, che è stato donato all’Archivio di Stato di Torino. Cinzia Ruggeri,stilista, costumista, artista e designer dall’estetica indipendente sin dal proprio esordio. Nel suo studio/negozio a Milano, la ricerca di Cinzia Ruggeri si muove tra moda, design, scultura, installazione, architettura e performances, sul confine tra gioco e sperimentazione. Maria Montessori, Giuseppina Pizzigoni e Laura Solera Mantegazza, tre donne che con modelli assolutamente rivoluzionari, rispetto ai loro periodi storici di riferimento, hanno fatto scuola: le prime due lavorando con l’infanzia, la terza nell’800 preoccupandosi di dare una formazione a madri single lavoratrici. Gala Eluard Dalì, nota al pubblico per essere stata moglie, manager e musa ispiratrice di molte opere del celebre Salvador Dalì è stata anche lei stessa artista e mercante d’arte. Bélen Moneo, architetta spagnola e fondatrice dello Studio Moneo Brock, hub multidisciplinare di incontro di tendenze. Carla Accardi, artista italiana, femminista militante, con uno sguardo e un pensiero fuori dagli schemi del suo tempo e Patricia Urquiola, nota designer contemporanea e architetta spagnola trasferita a Milano.
L’installazione
L’installazione a BASE Milano si presenta come uno spazio organico che ha preso forma sia in modalità digitale, sia analogica in un gioco di luci, suoni, proiezioni, materiali e colori.
Dallo scambio e dal confronto fra gruppi le idee emerse hanno contaminato l’allestimento nel suo insieme, come nel caso del progetto Labirinto: la quarta dimensione ispirato alla poetica di Patricia Urquiola, che propone una struttura modulare per riflettere su come lo spazio si modifichi interagendo con le quattro dimensioni. Fulcro della struttura sono dei travetti di legno che hanno “inondato” l’allestimento diventando un simbolo che attraversa e lega tutto lo spazio. O ancora Un cinguettio che rompe il silenzio, ispirato a Eva Mameli Calvino, è una composizione di casette per uccelli, animali cari alla scienziata perchè fondamentali nel processo di disseminazione, capaci di raccontare al loro interno le potenzialità, i pericoli e le devastazioni ambientali di cui siamo testimoni. Dei piccoli mondi da ‘spiare’ attraverso il foro di ingresso, capaci di stimolare vista, udito, olfatto e sensibilità di chi vuole avvicinarsi. La parete in parte bruciata, che accoglie la composizione, ricorda una Sardegna attaccata dagli incendi in un rimando ad un contesto globale dove è tutto il Pianeta che brucia.