I siti italiani del patrimonio mondiale Unesco
Un “sistema” di città siciliane e uno di strade e palazzi a Genova: luoghi entrati tra i beni italiani entrati nel patrimonio mondiale Unesco e racconti dalla striscia quotidiana che Rai Cultura propone venerdì 28 dicembre alla 21.10 su Rai Storia. Le otto città della Sicilia sud-orientale: Caltagirone, Militello Val di Catania, Catania, Modica, Noto, Palazzolo, Ragusa e Scicli, sono state tutte ricostruite dopo il 1693 in poi o accanto a città esistenti al momento del terremoto che si è verificato in quell’anno. Rappresentano un’importante iniziativa collettiva, condotta con successo a un alto livello di realizzazione architettonica e artistica. Mantenendo lo stile tardo barocco del giorno, rappresentano anche innovazioni distintive nell’urbanistica e nell’edilizia urbana.
Le Strade Nuove e il sistema dei Palazzi dei Rolli nel centro storico di Genova, invece, risalgono alla fine del XVI secolo e agli inizi del XVII secolo, quando la Repubblica di Genova era al culmine del suo potere finanziario e marinaresco. Il sito rappresenta il primo esempio in Europa di un progetto di sviluppo urbano parcellizzato da un’autorità pubblica all’interno di un quadro unitario e associato a un particolare sistema di “alloggio pubblico” in residenze private, come decretato dal Senato nel 1576. Il sito include un insieme di palazzi rinascimentali e barocchi lungo le cosiddette “nuove strade” (Strade Nuove). I Palazzi dei Rolli offrono una straordinaria varietà di soluzioni diverse, raggiungendo un valore universale nell’adattarsi alle particolari caratteristiche del sito e alle esigenze di una specifica organizzazione sociale ed economica.
“I silenzi di Vermeer”, la nuova serie di Rai Cultura
Di Jan Vermeer non abbiamo molte notizie: sappiamo dove è nato, Delft, la città dove è sempre vissuto; sappiamo del suo matrimonio con Caterina Bolnes, figlia di una ricca vedova cattolica da cui ha avuto 15 figli, undici dei quali sopravvissuti, sappiamo della sua conversione al cattolicesimo e conosciamo la data della sua morte. Ma della sua vicenda artistica non sappiamo nulla: dove ha imparato a dipingere, chi è stato il suo maestro, chi sono stati i suoi committenti. In “I silenzi di Vermeer”, la nuova serie di Rai Cultura con Tomaso Montanari e la regia di Luca Criscenti in onda venerdì 28 dicembre alle 21.15 su Rai5, Montanari racconta il processo creativo di Vermeer guardando le sue opere, quasi tutti quadri d’interni, ma dove il rapporto tra “dentro e fuori” è fortissimo, come nel caso della Donna che legge una lettera alla finestra, una tela che si conserva a Dresda. Ci sono solo due eccezioni, due quadri in cui Vermeer dipinge scorci della sua città: la Veduta di Delft e la Stradina di Delft. Del primo, che aveva stregato Marcel Proust alla mostra parigina del 1921, sappiamo esattamente dove è stato dipinto, sul secondo sono state fatte delle ipotesi. Di un terzo quadro di esterni si sono perse le tracce. Per il resto luoghi chiusi, asfittici forse. Ma luoghi in cui il rapporto con l’esterno è fortissimo e dove la presenza di una finestra lascia immaginare una relazione tra le figure dipinte nel chiuso delle stanze e il mondo che sta fuori. La finestra ha un’importanza strategica in quasi tutte le opere di Vermeer, riveste un ruolo da protagonista: è il caso della Donna con brocca del Metropolitan di New York, della Donna con la collana di perle di Berlino, della Lezione di musica delle collezioni reali inglesi e di molte altre tele. Quadri dove, nella stragrande maggioranza dei casi, le protagoniste sono donne, solo raramente affiancate da uomini. Un universo femminile che non ha eguali nella storia della pittura. Ma anche in questo ci sono delle eccezioni. Due in particolare: l’Astronomo del Museo del Louvre e il Geografo di Francoforte. Due “tipi”, due studiosi, due scienziati circondati da carte, due uomini che dall’interno delle loro stanze sono protesi verso l’esterno, verso quel vasto mondo che la piccola Olanda, con i suoi commerci, aveva imparato a conoscere e a dominare.